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Palermo, gli ex amministratori della Gesap dovranno restituire parte delle indennità: ecco chi sono

È arrivata la sentenza: la società di gestione dell'aeroporto ha natura prettamente pubblica e quindi si applicano le regole al ribasso della legge Madia

È arrivata la sentenza del Tribunale di Palermo (sezione specializzata sulle imprese) sulle indennità degli amministratori della società di gestione dell’aeroporto Falcone-Borsellino. Secondo i giudici, la Gesap ha natura prettamente pubblica e pertanto sulle indennità si applicano le regole al ribasso fissate dalla cosiddetta legge Madia.

Furono i sindaci dell’epoca (siamo intorno al 2018) a sollevare il caso, sostenendo che gli aumenti retributivi fossero illegittimi proprio per la natura pubblica dell’azienda. Di qui, la richiesta di recuperare i soldi. Pretesa, però, che alcuni ex amministratori (Cleo Li Calzi, Giovanni Battista Scalia e Fabio Giambrone, che ha poi rinunciato alla causa) hanno impugnato. Sostenendo, sostanzialmente, di essere percettori di buona fede perché la loro indennità non era stabilita dal Cda (cioè da loro stessi) ma dai soci e contestando l’impianto sull’applicabilità della norma Madia. L’instaurarsi della causa portò a una sospensione delle procedure di recupero, decisione presa con una delibera dell'assemblea dei soci.

Ora c'è la sentenza (presidente Emanuela Piazza, Claudia Spiga relatore), esecutiva, e la giostra ricomincia a girare. Bisogna in sostanza recuperate 900 mila euro (tanti sono iscritti nel bilancio del 2023). Nell'ultima seduta il consigliere Vito Riggio ha fatto annotare che il Cda è dell'idea di dare esecuzione immediata alla sentenza. Un parere del professore Michele Perrino, comunque, a quanto pare, suggerisce che debbano essere i soci a sbloccare il recupero del quantum, anche se poi spetta materialmente al Cda dare corso alle procedure. Mercoledì (9 ottobre) è convocata un’assemblea proprio su questo punto. Oltre ai tre già citati, rimangono coinvolti in questa vicenda anche Tullio Giuffrè, Alessandro Albanese, Giuseppe Todaro, Domenico Cacciatore, Giuseppe Mistretta e Francesco Randazzo.

Una storia che va avanti da anni. E su cui c’è stato un tira e molla estenuante. Tanto è vero che i membri del collegio dei revisori dei ministeri vigilanti, il presidente Aniello Castiello (ministero dell'Economia) e il sindaco Floriano Panza (Trasporti), nel bilancio del 2020 hanno lasciato traccia, accusando un «atteggiamento dilatorio ed omissivo della società». Anche questa volta, bisognerà vedere come mercoledì si determinerà l’assemblea. Non solo, ma nel caso peggiore per gli ex amministratori, questi potrebbero appellare la sentenza; o addirittura - come qualcuno suggerisce - tentare di rivalersi sugli stessi soci di Gesap (Comune, ex Provincia, Camera di Commercio, Comune di Cinisi e altri enti con quote decimali) perché hanno autorizzato gli stipendi più alti.

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