Il ministro Urso a Palermo: «La Sicilia deve diventare un polo scientifico, tecnologico e produttivo»
«Credo che la Sicilia possa diventare un polo scientifico, tecnologico, produttivo, proprio sulle due grandi sfide di modernizzazione dell’Europa». Lo dice il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, parlando con i giornalisti all’inaugurazione della Casa del Made in Italy a Palermo. Il ministro immagina «un hub europeo, sia sul versante del digitale, ad esempio a Palermo dove giungono i cavi a fibra ottica, ma anche sul campo della microelettronica all’Etna Valley, che sta diventando il più grande polo produttivo del Mediterraneo, con un investimento da 5 miliardi di euro, il più significativo sulla micro elettronica autorizzato dalla commissione Europea, in questi ultimi mesi». «La Sicilia - prosegue Urso - diventerà un hub produttivo scientifico e tecnologico e di comunicazione nel settore del digitale e, nel contempo, a mio avviso può diventare e diventerà un hub produttivo anche di tecnologia green, perché, sempre al polo industriale di Catania, con 3Sun, si sta sviluppando quello che diventerà, nei prossimi mesi, il più grande stabilimento produttivo di pannelli fotovoltaici d’Europa. Avrà ricadute sulle filiere dell’intero territorio. Nel piano transizione 5.0 oggi in vigore, sono stati destinati - sottolinea il ministro - 13 miliardi di euro all’innovazione digitale, e all’innovazione green e per l’efficientamento energetico delle nostre imprese, 6,3 miliardi di euro. Mi auguro che, anche le imprese siciliane, passano acquisire macchinari tecnologici e formare i propri lavoratori sulle tecnologie digitali e sulle tecnologie green». «La nostra idea è che la Sicilia - spiega Urso - possa svilupparsi attorno a tre grandi poli industriali produttivi: Termini Imerese, Catania e quello delle bioraffinerie di Priolo, Augusta e dell’area industriale di Gela. Nei prossimi giorni - aggiunge - convocherò due riunioni a Roma, sia per quanto riguarda il polo di Priolo, sia per quanto riguarda la crisi complessa di Gela, dove nonostante gli sforzi e le proroghe, la realtà produttiva locale non ha prodotto sufficienti progetti. nostra intenzione intensificarli». «Il primo atto del mio governo, sollecitato dall’allora neopresidente della Regione, è stato quello di mettere in salvaguardia Priolo, un polo di raffinazione senza il quale tutta l’industria chimica italiana sarebbe saltata. Sembrava impossibile ma ho messo in salvaguardia lo stabilimento», spiega il ministro. «Con la nuova proprietà - prosegue - stiamo lavorando perché realizzi gli investimenti che sono stati programmati e previsti nell’autorizzazione che abbiamo concesso, attraverso l’esercizio della golden power». Un capitolo a parte quello del grande telescopio in programma sulle Madonie. «Sul caso dell’osservatorio Fly Eye sul monte Mufara, documenteremo al Tar tutte le nostre buone ragioni, nella tutela dell’interesse nazionale e chiediamo che si esprima con celerità. L’importante è che decidano, poi a ognuno spetteranno le proprie competenze», dice ministro delle Imprese. «Noi abbiamo fatto il nostro - prosegue - mantenendo in Sicilia uno dei progetti scientifici più importanti e significativi dell’Agenzia spaziale europea, che aveva già deciso di trasferirlo in un’altra nazione, ossia nelle Canarie. Non possiamo perdere l’occasione di fare dell’Italia sempre più una potenza spaziale, consentendo alla Sicilia di mettere una bandiera nello spazio». E agli ambientalisti che si oppongono al Fly Eye cosa dice il ministro? «Noi siamo un governo che vuole realizzare tutte le condizioni per sviluppare al meglio un’impresa nella tutela dell’ambiente. L’osservatorio è importante non solo per capire cosa sta accadendo nello spazio, per vedere i corpi estranei molto prima che arrivino, ma perché l’Italia sta diventando leader mondiale sullo spazio e vorrei che anche la Sicilia lo fosse. Sullo spazio questo governo ha messo in campo, tra risorse nazionali e risorse europee, anche del Pnrr, circa 7 miliardi e 200 milioni da qui al 2026». Nel video il servizio di Alessandra Costanza per Tgs