È morto Peppino Gulì, storico imprenditore palermitano che, con dedizione e passione costante, ha svolto per tutta la sua vita l’abile lavoro di tessitore. Gulì (classe 1929) fa parte di quelle figure che racchiudono la Palermo imprenditoriale di una volta, tra quei volti capaci nel sacrificio costante, di creare un nome capace di resistere nel tempo conservando la tradizione. Il nonno, anche lui Giuseppe, avviò l’attività con 186 lire nel 1882, guadagnati con la vita militare con cui acquistò 4 telai di legno per seta iniziando la sua attività di tessitore. La contessa di Mazzarino gli affidò la realizzazione dei damaschi per il suo Palazzo diventando celebri per poi estendersi al traliccio Jacquard per federe di materassi. Da quel momento il giovane tessitore ebbe tanta notorietà da aprire vicino a porta Carini in via Arbitrio della Cera, anche il suo laboratorio poi distrutto nel 1938 per fare spazio al nuovo palazzo di giustizia. Dopo la guerra aprì la bottega di tessitura in via Noce vicino alla Villa Belmonte dove andò ad abitare la famiglia. Il giovane Giuseppe venne inserito nell’azienda di famiglia Filatura e Tessitura Giuseppe Gulì fu Vincenzo spa, fondata dal nonno Giuseppe Gulì nel 1882. La brillante produzione subì solo una battuta d’arresto durante gli anni del fascismo. Poi, la ripresa dell’attività aziendale accompagnata dall’estensione di quella commerciale a seguito dell’apertura del secondo punto vendita in Via Bandiera. La sua conoscenza acquista, assieme alla tenacia, hanno onorato il motto di famiglia «persevera e vinci» impresso nel logo insieme allo storico bozzetto dell’aquila col Genio di Palermo lasciando ai posteri vivo il messaggio di forza e intraprendenza. Altro momento determinante per l’attività, un nuovo stabilimento nella zona industriale di Carini dove l’attività viene spostata definitivamente. Gulì, nominato Cavaliere del lavoro nel 1998, può essere rappresentato come una delle più prestigiose e longeve realtà industriali siciliane che possono vantare oltre cent’anni di attività.