FiberCop comunica di aver inviato ad Abramo Customer Care la comunicazione riguardante la proroga del contratto. È quanto assicura l’azienda in una nota, smentendo quindi quanto comunicato oggi dalla Slc-Cgil FiberCop». La società sottolinea di aver già inviato ad Abramo la programmazione delle attività previste per il mese di agosto relative all’assistenza tecnica del servizio 187 di Tim.
Il sindacato invece nel pomeriggio aveva fatto sapere che «da domani (1 agosto) i 22 lavoratori del call center Abramo Customer Care che operano per Fibercop di Palermo saranno posti in cassa integrazione a zero ore a causa della riduzione dei volumi di traffico sulla commessa 187 servizio tecnico.
«Temiamo che, a un mese di distanza dall’acquisto della rete Tim in tutt’Italia da parte di Fibercop, questo sia il primo effetto negativo sulle spalle dei lavoratori, una tegola che cade a sorpresa sulla tenuta occupazionale del settore», dice il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio Maggio. In tutto sono 100 gli addetti interessati, tra Rende e Palermo, alla revoca della commessa ad Abramo da parte di Fibercop.
«Stiamo cercando di fare leva su Fibercoop affinché ridia i volumi di traffico ad Abramo - aggiunge Maggio -. Non si tratta di un normale servizio di call center. Il servizio tecnico 187, che risponde a tutte problemi relativi alla connettività delle abitazioni, richiede delle competenze speciali rispetto ai normali call center. Gli operatori hanno tutti un’età tra i 35 e i 45 anni». Nel corso dell’incontro del prossimo 5 agosto, la Slc Cgil chiederà al governo di intervenire fattivamente su Fibercop a salvaguardia dell’occupazione. «Se Fibercop pensa di non esser parte in causa di questa vertenza, sbaglia clamorosamente - sostiene la Slc Cgil nazionale -. Un’azienda nel cui capitale sociale è presente un’importante componente governativa non può attuare scelte che portano a macelleria sociale in territori con percentuali di disoccupazione a doppia cifra. La vertenza Abramo CC è già ricolma di insidie e difficoltà. Se per di più avviene da un’azienda partecipata dallo Stato l’azione è ancor più grave e vergognosa».
Fibercop potrebbe infatti, secondo la Slc Cgil, attivare la legge 11/2016, cosiddetta clausola sociale nei call center, effettuando un cambio d’appalto e salvaguardando i lavoratori impiegati, «assolvendo pienamente anche alla sua mission sociale e - aggiunge l’Slc - scongiurando una tragedia lavorativa in due regioni, come la Sicilia e la Calabria, già falcidiate dalla disoccupazione».
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