Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Vino, Cia: annata in chiaroscuro tra peronospora e siccità

Un’annata in chiaroscuro, graziata dalla peronospora, ma fortemente condizionata dalla siccità e dalle difficoltà - in alcune zone - nella distribuzione di acqua per l’irrigazione dei vigneti. A pochi giorni dall’avvio della vendemmia siciliana, la Cia Sicilia Occidentale fa il punto sulle previsioni di raccolta di quest’anno: se in gran parte delle province di Palermo e Trapani si va verso una vendemmia di qualità, con uve sane, alcune aree sono invece in fortissima difficoltà e accusano perdite che vanno dal 50 al 70 percento. È il caso dei circa 5.000 ettari di terreni dell’areale mazarese servito dalla diga Trinità, dove in queste settimane è stata garantita solo l’irrigazione di soccorso. «Dopo il 2023 funestato dal massiccio attacco della peronospora - dichiara Camillo Pugliesi, presidente della Cia agricoltori Sicilia occidentale - in generale, registriamo e stimiamo quantitativi in lieve riduzione e una buona qualità. Le conseguenze della siccità, in diverse zone, sono state superate, in parte, anche dalla presenza dei laghetti privati, con le limitate riserve idriche che con fatica si è riusciti ad accumulare. Ma dobbiamo anche registrare le gravi perdite che accuseranno i terreni che dipendono dalla diga Trinità. Dalle sue acque dipendono centinaia di aziende che ora devono essere sostenute. È fondamentale, quindi, aprire la discussione anche a nuove soluzioni, che possano diventare strutturali, come l’utilizzo per uso agricolo delle acque reflue dei centri abitati». In queste settimane il consorzio di bonifica sta cercando di tamponare l’emergenza con l’irrigazione di soccorso: «Ma serve solo a mantenere in vita le piante - spiega Matteo Paladino, vicepresidente della Cia Sicilia Occidentale - non certo alla produzione. Qui tra Mazara e Castelvetrano c’è grande rabbia e frustrazione, perché abbiamo avuto la possibilità di mettere acqua da parte nella diga Trinità per due eventi piovosi tra aprile e maggio, ma è stata invece sversata per problemi di sicurezza». «La produzione? Peggio di come sta andando - racconta Tommaso Giglio, produttore - veniamo dai gravissimi danni del 2023 causati dalla peronospora e dal deficit di irrigazione. In primavera hanno buttato acqua a mare per 45 giorni, noi ci siamo ostinati a coltivare questa terra, ma senza irrigazione la vite non sopravvive. Abbiamo perdite del 70 percento e non vediamo futuro per queste coltivazioni. Se lo Stato ci garantisce l’acqua noi continuiamo a coltivare queste terre, altrimenti ce lo dicano chiaramente e diamo i terreni al fotovoltaico e all’eolico. E qua diventa un deserto».

leggi l'articolo completo