Affari in calo del 20% dal lunedì al venerdì, perdite che si ingrossano fino a raggiungere il 30% nel fine settimana. I rappresentanti sindacali dei gestori delle sale bingo hanno incontrato l'assessore alle Attività produttive Giuliano Forzinetti dopo l’ordinanza che da maggio limita gli orari di apertura: non si aprono le porte al gioco fino alle 10 e si chiude massimo all’una, alle due nel fine settimana. Prima del provvedimento comunale, legato al dilagare della ludopatia tra i giovanissimi, potevano continuare le attività dalle 9 alle 2 fino al giovedì, dal venerdì alle domenica non stop fino alle 4. È infatti la fascia notturna quella che attira più scommettitori e con le limitazioni si rischia il collasso del settore in città, che dà lavoro a circa 500 addetti. C’è chi ha già fatto partire i licenziamenti ed il fenomeno potrebbe allargarsi a macchia di leopardo, se il Comune non ritocca nuovamente gli orari. Che, tra regolamento movida attaccato e portato davanti ai giudici e ordinanze, non trovano ancora pace. La possibilità di fare una marcia indietro e allargare la maglia dovrà comunque passare nuovamente dal vaglio del comitato per l’ordine e la sicurezza che ha approvato precedentemente le restrizioni in vigore. Il comandante della polizia municipale ha già inviato la richiesta di incontro al prefetto Massimo Mariani che dovrebbe convocare le parti in causa la prossima settimana. Sul tavolo c’è una sorta di patteggiamento tra i gestori e l’amministrazione: i rappresentanti dei sindacati delle sale scommesse si sono resi disponibili a firmare un protocollo che gli consentano di inserire personale, una sorta ispettori, da adibire al controllo dei giocatori proprio per evitare che la sala diventi un polo di attrazione fatale sopratutto per i minorenni. E sarebbero disponibili a sacrificare qualche ora della mattinata e aprire più tardi delle 10.00, orario al momento previsto nell’ordinanza. Le perdite si ridurebbero al 7, massimo 10%. Forzinetti aveva incontrato una delegazione della Fisascat Cisl dopo la protesta annunciata dal sindacato. «Abbiamo posto l’accento sulla ricaduta occupazionale che potrebbe avere l’ordinanza - aveva spiegato il segretario del sindacato, Spitalieri - visto che incide sulle fasce orarie di maggiore afflusso di utenza». «Non vogliamo creare allarme sociale e problemi in termini di ricadute occupazionali - ribadisce Forzinetti - l'ordinanza serve a regolamentare un settore delicato e poco disciplinato. Faremo del nostro meglio per tutelare gli interessi di tutti gli attori coinvolti, cittadini, imprese e lavoratori». In attesa dell’udienza fissata per l’11 ottobre davanti al Tar, resta sospesa una parte dell’articolo 5 del regolamento movida relativo al funzionamento delle slot machine. Fino alla pronuncia finale dei giudici amministrativi, potranno restare accese per 14 ore al giorno. Il Comune ha invece previsto solo 5 ore al giorno per potere fare sognare ai giocatori di sentire il rumore delle monetine scendere dalle macchinette.