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A Palermo la protesta degli agricoltori, in 20mila in corteo verso la Regione

Tamburi, fischietti e cori hanno accompagnato la manifestazione organizzata da Coldiretti

Oltre ventimila agricoltori invadono le strade di Palermo per chiedere «interventi immediati contro una siccità devastante, causata dal clima e da anni di incuria, che ha praticamente azzerato i raccolti e fa strage di animali nelle stalle, rimasti senza acqua né cibo».

Tamburi, fischietti e cori hanno accompagnato la manifestazione organizzata da Coldiretti, che ha chiamato a raccolta i lavoratori della terra da tutte e nove le province dell’Isola: raduno in piazza Marina e poi dalle 10 il via al corteo, attraversando le strade del centro storico fino a piazza Indipendenza, dove su un palco montato davanti alla Presidenza della Regione si è svolta la contestazione al governo regionale. Molto dura.

«Vi rendete conto che la Sicilia muore e voi cercate voti?», recita uno dei tanti cartelloni esposti dalla folla che accusa la Regione e il suo governo di non far nulla per i problemi legati alla siccità e mancanza di risorse. «Oggi abbiamo tantissime aziende che sono costrette ad abbattere gli animali perché non hanno più il foraggio - attacca Francesco Ferreri, presidente di Coldiretti Sicilia e componente della giunta della Confederazione nazionale Coldiretti - abbiamo infrastrutture idriche allo sfacelo e tanti agricoltori rischiano di chiudere le loro attività. Chiediamo interventi immediati e una progettazione che possa togliere la Sicilia da questa situazione una volta per tutte: questo comparto rappresenta il futuro dell’Isola».

La preoccupazione per l’avvenire è tanta, le forze, ormai, poche: «Chiediamo il diritto a vivere - urla un agricoltore - vogliamo fare il nostro lavoro dignitosamente». «Abbiamo bisogno di risposte certe e sicure - sottolinea Santina Interrante, responsabile delle donne Coldiretti - noi vogliamo portare avanti le nostre aziende, garantire reddito ai nostri figli e uno stipendio ai nostri lavoratori».

Se la Sicilia non riuscirà a sterzare, il futuro sembra segnato, «in mano alle aziende straniere - grida un altro agricoltore - con tutte le preoccupazioni del caso, venendo a mancare l’alimentazione nostrana. Io ho sessant’anni compiuti, sono preoccupato per i più giovani». Chi è oggi in piazza indipendenza vede «un futuro nero - attacca sottolinea un manifestante - siamo agli sgoccioli: caro energia, siccità, mangimi alle stelle. Cosa dobbiamo fare?».

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