La procura della Corte dei Conti (sezione giurisdizionale per la Regione Siciliana), guidata da Pino Zingale, ha aperto un fascicolo sul buco in bilancio di oltre 10 milioni di euro che sarebbe stato provocato da SeeSicily, il piano per risollevare il turismo messo in ginocchio dal Covid. I dieci milioni rappresentano il totale delle spese «rettificate», e dunque «non ammissibili», su 33,5 milioni di fondi certificati, che la Commissione Ue non riconoscerà alla Regione. Che però li ha già spesi.
L’ammanco sarebbe emerso dopo un lavoro di verifica sul sistema dei voucher per pernottamenti e servizi turistici previsti da SeeSicily, messo in discussione dalle istituzioni Ue, che hanno voluto vedere chiaro anche sulle spese per la promozione, pari al 63% degli importi certificati dall’assessorato regionale al Turismo.
La ricognizione è firmata dalla dirigente generale dell’ufficio speciale Autorità di Audit che fa capo a Palazzo d’Orléans. Sui 75 milioni stanziati dalla Regione ad aprile 2020 nella cosiddetta «finanziaria di guerra» anti-Covid, appena l’1,16% era andato alla misura principale dei voucher per i pernottamenti nell’Isola, con un investimento sulla comunicazione «rimodulato» con tre diverse delibere dal governo regionale, allora guidato dal presidente Nello Musumeci.
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