«I dipendenti del Comune di Palermo sono tra i più poveri di Italia: più di duemila persone sono ancora a 30 ore e prendono 900 euro al mese». La Cgil scende in piazza al fianco dei dipendenti dell’amministrazione comunale palermitana. Questa mattina (20 febbraio), nella corte di Palazzo Comitini, sede dell’ex Provincia che ospita momentaneamente il Consiglio comunale, si sono riuniti in assemblea un centinaio di dipendenti comunali per accendere i riflettori sulle loro condizioni lavorative.
«Moltissimi andranno incontro a una pensione povera - sottolinea Saverio Cipriano, delegato territoriale della Funzione pubblica per il Comune di Palermo - noi siamo qui per dire che questa situazione non può andare avanti e portare i dipendenti a 36 ore lavorative, non utilizzare i fondi di spesa residui per fare altro».
Ma a i problemi non si fermano soltanto alle pensioni e alle ore lavorative: i buoni pasto sono fermi a 5 euro, «il che rende i dipendenti palermitani tra i più poveri d’Italia - aggiunge Cipriano - abbiamo anche fatto uno studio: qui a Palermo abbiamo il minor numero di dipendenti pubblici per abitante. I cittadini sono 650mila e i dipendenti sotto i cinquemila. A Milano, invece, ci sono il doppio degli abitanti e hanno ventimila dipendenti pubblici, ovviamente con un reddito medio superiore. Questa anomalia va sanata». L’amministrazione ha convocato i sindacati per dopodomani (22 febbraio), «ma se non ci saranno risposte non ci fermeremo».
Nel video l'intervista a Saverio Cipriano, delegato territoriale Cgil della Funzione pubblica per il Comune di Palermo
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