Asp Palermo, chiesta revoca di un concorso: «Partecipa un familiare del manager». Faraoni: «Mi sono chiamata fuori per tempo»
Tre sindacati chiedono la revoca di un concorso pubblico dell’Asp Palermo, per la copertura di 31 posti di dirigente psicologo, e scrivono nero su bianco di una «incompatibilità del commissario straordinario dell’Asp Palermo» con riferimento alle procedure concorsuali. Il motivo? «Tra i partecipanti alla selezione - scrivono le segreterie aziendali dell’Asp di Anaao-Assomed, Fvm Fials Adms e Fials - figura uno stretto congiunto del commissario medesimo». Le tre sigle sottolineano che «l’incompatibilità dichiarata da parte del commissario straordinario (Daniela Faraoni, ndr) si è delineata già anzitempo, ovvero nel momento in cui si è proceduto alla nomina della commissione esaminatrice, considerato anche che tra i componenti è stata nominata la segretaria della direzione generale dell’Asp Palermo. Per quanto sopra rappresentato infatti, l’incompatibilità del commissario si è determinata nel momento in cui ha individuato il numero dei posti da stabilizzare e il numero dei posti da mettere a concorso e proprio per tale motivazione andrebbe revocato interamente il concorso e tutte le risorse destinate alla stabilizzazione dell’intera categoria, proprio per il conflitto di interesse determinatosi». Il commissario Faraoni replica, assicurando di avere agito con correttezza: «Mi sono chiamata fuori per tempo - afferma -, dichiarando l’incompatibilità e affidando la nomina della commissione ai soggetti indicati dalla legge. Anche la segretaria lo è». Ad ogni modo, i sindacati vogliono vedere gli atti. «Vista la delibera n. 15 del 10/01/2024, con la quale sono stati nominati i componenti della commissione esaminatrice del concorso in questione - si legge nella lettera indirizzata dai sindacati all'assessorato regionale alla Salute e allo stesso commissario straordinario, nonché, per conoscenza al presidente della Regione Renato Schifani -, le scriventi chiedono il rilascio della copia integrale dell’atto deliberativo, omnicomprensivo di tutti gli atti allegati». All’assessorato regionale, poi, «si chiede ogni intervento necessario a garanzia dei richiamati principi di trasparenza e di non discriminazione che sono alla base dell’azione amministrativa, nonché, in particolare, a garanzia della inesistenza di situazioni di conflitto di interessi nella procedura concorsuale, che vede, tra i candidati, uno stretto congiunto del commissario straordinario e la nomina della segretaria di quest’ultima a segretaria della commissione per il concorso medesimo». I tre sindacati, inoltre, «sollecitano l’avvio (con precedenza rispetto al concorso) delle procedure per la stabilizzazione di tutti i dirigenti psicologi e psicoterapeuti, considerata la disponibilità della massa finanziaria da destinare alla stabilizzazione coincidente con il numero dei lavoratori a tempo determinato e Co.Co.Co. che ne hanno maturato i requisiti. Ciò anche in ragione delle recenti disposizioni, con le quali l’assessorato regionale della Salute ha disposto il blocco, per le amministrazioni, di bandire nuovi concorsi pubblici, fermo restando la possibilità per le aziende di procedere con la stabilizzazione del personale precario, nonché la prosecuzione degli iter concorsuali già banditi ed a suo tempo autorizzati dall’assessorato medesimo». Daniela Faraoni contesta anche l’accusa di volere privilegiare i concorsi a scapito delle stabilizzazioni: «Ho avviato una prima tornata di stabilizzazioni che ha portato a 7 assunzioni e per una seconda tranche di precari, 13 in tutto, l’iter sta per iniziare. Il concorso invece ha avuto un percorso molto faticoso, iniziato nel 2021. Se avessi avuto un interesse, non mi sarei trascinata la selezioni per tutti questi anni. Al punto che adesso, essendo io in uscita dall’Asp per scadenza del contratto, è sicuro che ad occuparsi della selezione sarà la nuova gestione». Infine, la manager si sfoga: «La verità è che questa è un'ondata di fango. E mi dispiace perché getta ombre su quanto fatto in tutti questi anni. Forse sono finita nel mirino di qualcuno e ricordo che un sindacato fra quelli che mi accusano ha a sua volta rapporti strani con alcuni personaggi finiti sotto inchiesta. In più mi pare che ci siano leader sindacali che hanno parenti fra chi attende la stabilizzazione. Non vorrei che il no ai concorsi fosse determinato da tutto ciò».