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Dalla fallita Gesip una batosta da 8 milioni per il Comune di Palermo

In Consiglio è arrivata la delibera per la copertura di un debito fuori bilancio che deriva da una sentenza del tribunale civile

A volte ritornano. Questa volta il fantasma di chiama Gesip, la fallita Gesip, sostituita dall’attuale Reset, che riserva al Comune di Palermo un ultimo colpo di coda e gli regala una batosta finanziaria sotto l’albero di Natale. In Consiglio comunale, infatti, è arrivata la delibera per la copertura di un debito fuori bilancio di circa 8 milioni di euro, oltre a 80 mila euro per spese di lite. È l’ultimo frutto avvelenato di una storia non proprio felice di un’azienda che costava circa 60 milioni all’anno alle casse comunali e che poi naufragò malamente per l’impossibilità di mantenerla in vita con quei costi di gestione. La dichiarazione di fallimento è datata 14 agosto del 2015.

La cifra che Palazzo delle Aquile deve sborsare (e ora si spiega anche la riduzione della disponibilità dell’avanzo di amministrazione per investimenti, che da 27 è passata a 19 milioni) deriva da una sentenza di primo grado emessa dalla quinta sezione del tribunale civile, presieduta da Claudia Turco, con cui i liquidatori dell’azienda hanno chiamato in giudizio ex sindaci e liquidatori, nonché il Comune, nella qualità di socio unico in cui favore la società espletava in via esclusiva servizi di pulizia di strade, marciapiedi, cimiteri e altre strutture e sedi pubbliche. La curatela fallimentare ha dimostrato che l’insolvenza di Gesip proveniva da esercizi precedenti, in perdita progressiva sin dal 2006. Nonostante in sede assembleare più volte i vertici aziendali avessero chiesto di adeguare i corrispettivi e adeguare i maggiori costi, le voci «sono rimaste inascoltate».

Il servizio completo di Giancarlo Macaluso sul Giornale di Sicilia in edicola

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