Palermo, a Villa Serena i lavoratori in stato di agitazione, in attesa di due mensilità e premi di produzione
Da diversi mesi il pagamento degli stipendi della Casa di Cura Villa Serena arriva in ritardo. Lavoratrici e lavoratori della struttura vantano nei confronti dell’azienda anche i premi di produzione relativi a quattro annualità, comprese tra il 2018 e il 2022. È per questo che dal 14 novembre è scattato lo stato di agitazione. A denunciare la situazione sono la Fp Cgil Palermo e la Uil Fpl Palermo, che da tempo trattano con l’amministrazione di Villa Serena. «Ogni mese ci forniscono motivazioni per giustificare i ritardi, che appaiono sempre meno credibili. E tutte le promesse vengono puntualmente disattese. Ad oggi l’amministrazione di Villa Serena, dopo aver saldato il 22 novembre scorso il mese di settembre, deve ancora pagare al personale gli stipendi di ottobre e novembre e i premi di produzione» dichiarano per la Fp Cgil Palermo i segretari Francesca Denaro e Giovanni Cammuca e per la Uil Fpl i segretari Alfredo Orofino e Salvatore Sampino. Il 28 novembre le organizzazioni sindacali hanno effettuato un tentativo di conciliazione in prefettura, che si è concluso con esito negativo. L’azienda si era impegnata a erogare lo stipendio di ottobre entro il 4 dicembre e a liquidare tutti i debiti nei confronti dei lavoratori entro il 15. Ma il 4 dicembre, con una comunicazione inviata alle organizzazioni sindacali e «adducendo l’ennesima scusa» la data è stata spostata ancora in avanti. Oggi una nuova nota, in cui la casa di cura Villa Serena comunica di voler pagare entro l'11 dicembre la mensilità di ottobre ed entro il 15 lo stipendio di novembre e i premi di produzione arretrati. «La situazione è diventata insostenibile, se l’amministrazione non darà seguito immediatamente agli impegni assunti, avvieremo ulteriori azioni a tutela dei lavoratori fino allo proclamazione dello sciopero – protestano la Fp Cgil Palermo e la Uil Fpl -. Sicuramente le sorti di Villa Serena non possono essere imputabili ai lavoratori né alle organizzazioni sindacali, che hanno cercato sempre di tutelare i lavoratori ma ad un governo non efficiente dell’azienda».