«Circa 200 microaziende siciliane potrebbero trarre nuova linfa, con un ritorno in termini occupazionali non di poco conto, supportando centinaia di famiglie». Lo afferma Conflavoro Pmi, con il segretario regionale Giuseppe Pullara, il quale analizza le prospettive offerte dal programma «Fare impresa in Sicilia», istituito dal governo della Regione Siciliana, e plaude alle iniziative dell'assessorato alle Attività Produttive, guidato da Edy Tamajo.
Si tratta della misura creata per accompagnare e favorire la crescita e lo sviluppo del sistema imprenditoriale siciliano. Grazie alla concessione di agevolazioni sotto forma di finanziamento agevolato e di contributo a fondo perduto, la misura, finanziata dal Pnrr, si pone l’obiettivo di rafforzare il sistema imprenditoriale dell’isola, di favorire lo sviluppo di poli di specializzazione e anche di stimolare il riposizionamento di settori produttivi tradizionali.
Il segretario Pullara evidenzia come «si conferma la grande attenzione dell’assessore Tamajo rispetto alle istanze delle piccole e medie imprese. Una sintonia avallata a Palermo in occasione del convegno organizzato al Politeama di Palermo dalla Consulta per le libere professioni, dal titolo «Le diseguaglianze, ordini professionali a confronto».
«In quella sede – sottolinea Pullara – abbiamo illustrato all’assessore le nostre proposte per lo sviluppo del tessuto delle piccole e medie imprese siciliane, tra tutte quelle del settore turistico, migliorando quindi l’offerta». Il programma Competitività Sicilia prevede linee di intervento per accompagnare e favorire la crescita e lo sviluppo. Per una in particolare «Fare impresa in Sicilia», è in arrivo l’avviso pubblico. Il programma è destinato a imprese da avviare e costituite da giovani con età compresa tra i 18 e i 46 anni, o donne di qualsiasi età; imprese costituite da meno di 36 mesi di cui la maggioranza della compagine sociale sia composta da giovani con età tra i 18 e i 46 anni, o donne di qualsiasi età. Per questa linea d’intervento sono stati stanziati 26 milioni di euro. L’investimento massimo è di 300 mila euro. Saranno ammesse le aziende del settore turistico. Inizialmente il bando escludeva, tra la platea dei potenziali beneficiari, proprio le imprese del settore turistico. Con una sucessiva deliberazione la giunta regionale ha deciso di ampliare i destinatari dell’avviso andando ad includere anche quelli del settore turistico, ristoranti e bar, ma le novità non finiscono qui. Si legge, infatti, che le spese in opere edili per le aziende di questi settori saranno ammesse nella misura del 40% massimo del programma d’investimento (e non del 30%). Ultima novità riguarda la procedura di valutazione delle domande pervenute, che non terrà più solo conto dell’ordine cronologico di presentazione, ma andrà a considerare la quota di cofinanziamento delle imprese. Ciò significa, quindi, che maggiore sarà la percentuale di cofinanziamento da parte dell’impresa maggiore sarà la possibilità di ottenere il contributo. La graduatoria verrà fatta in base al contributo richiesto. Meno contributo si chiede più sarà probabile il finanziamento. Minimo contributo richiedibile 75% dell’investimento. Le agevolazioni prevedono un contributo a fondo perduto massimo delle spese ammissibili 90%. Tutti i settori sono ammessi ad esclusione della produzione primaria di prodotti agricoli, pesca, produzione e distribuzione energia, siderurgia, del carbone, costruzione navale o della produzione di fibre sintetiche.
Nella foto il segretario regionale di Conflavoro Pmi Giuseppe Pullara (a destra) e l'assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo
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