Violenza finanziaria temibile come quella fisica e psicologica. Eppure, ancora poco nota anche se si tratta di un abuso legato al rapporto di potere tra uomo e donna. Una violenza subdola e difficile da riconoscere, eppure il Consiglio d’Europa con la Convenzione sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne (la Convenzione di Istanbul) l’aveva ratificata all’articolo 3 riconoscendola come una violazione dei diritti umani. Dopo due giornate di incontri con circa mille studenti delle scuole del territorio, ieri, nella sala consiglio di Confcommercio, nell’ultima tappa in città del tour italiano di Libere di… vivere si è parlato di violenza finanziaria nel workshop Autodeterminazione e diversità generazionale: come si affronta la violenza economica, progetto ideato da Global thinking foundation, di cui Claudia Segre è presidente. La tavola rotonda, è stata moderata da Marco Romano, direttore del Giornale di Sicilia. All’inizio i saluti di Margherita Tomasello Terrasi, presidente del Terziario donna e vice presidente di Confcommercio del capoluogo, del sindaco, Roberto Lagalla, della stessa Segre (che è stata trader per trentacinque anni, quindi manager di banca) e, in video, di Saverio Continella, amministratore delegato di Banca agricola popolare di Ragusa. Al dibattito hanno partecipato Maurizio Cellura, direttore del Centro di sostenibilità e transizione energetica UniPa, Maria Giambruno, past president International club Palermo Zyz, Antonella Leggio, vice presidente Banca agricola di Ragusa e Alessandro Scalia, presidente Unione avvocatura siciliana. La Global thinking foundation, nata nel 2016, è l’unica fondazione privata italiana che si occupa di prevenzione dell’abuso finanziario e della violenza economica. Lagalla ha ricordato come, almeno nel campo del diritto, le donne si impongono con Margherita Cassano e Silvana Sciarra, rispettivamente presidente della Corte di Cassazione e presidente della Corte Costituzionale, il professore Cellura ha parlato della necessità di non lasciare indietro nessun individuo mentre Leggio ha stigmatizzato come il gap generazionale, in questo momento storico, è il vero problema del nostro tempo. I dati dicono che in Italia una donna su 2 ha un’occupazione mentre, nell'Unione Europea, lavora il 63% delle donne, e che, comunque, una donna con un figlio adolescente ha in genere il 50% in meno di remunerazione rispetto a una donna senza figli. Per Alessandro Scalia il problema della violenza economica non si risolve istituendo nuovi reati, perché la Convenzione di Istanbul è già parte del nostro ordinamento. Al termine, il direttore Romano ha sottolineato che «il futuro si cambia con le nuove generazioni», evidenziando come il dibattito sia stato un momento di incontro che è servito a focalizzare quanto sul tema «è stato fatto, quello che si spera verrà fatto e quello che è necessario ancora fare». Il docufilm Libere di… vivere (da un’idea di Claudia Segre, prodotto da Mac film per la regia di Antonio Silvestre) ha concluso l’incontro. Nella foto Claudia Segre e Marco Romano