Scadeva ieri mattina il bando del Ministero delle imprese e del Made in Italy per affidare l’area ex Blutec dello stabilimento di Termini Imerese. Sono due le proposte che sono giunte al tavolo del Ministero, una già conosciuta la seconda è una sorpresa (ma che già si era affacciata in passato dalle parti di Termini). Andando con ordine: al ministero guidato da Adolfo Urso è giunta l’offerta del gruppo dell’imprenditore italo-australiano Ross Pelligra, già patron del Catania calcio. Obiettivo è quello di partire da una riqualificazione immobiliare dell’area, come si era già scritto in passato, «ma non sarà l’unica operazione», aggiungono dalla società che adesso resta in attesa per comprendere come si orienterà il ministero nella valutazione.
La sorpresa, invece, è la domanda del Consorzio Sud, un gruppo di imprese che si era affacciato su Termini Imerese già prima della pandemia e che aveva avanzato una proposta basata sull’economia circolare e sul riutilizzo delle materie prime. Dopo il Covid, però, si erano perse le tracce del Consorzio fino al ritorno con questa nuova proposta (in cordata con altri gruppi e per la business unit di Termini) che adesso è al vaglio dei tecnici del ministero.
Di sicuro non è stata presentata, invece, la proposta di Italvolt guidata dallo svedese Lars Carlstrom che nei mesi scorsi era venuto anche a Palermo per una serie di incontri istituzionali. La mancata presentazione della domanda da parte della società che avrebbe voluto costruire una fabbrica di batterie per veicoli elettrici a Termini, è legata all’obbligo (contenuto nel bando) di dover assumere fin da subito i 600 lavoratori dello stabilimento ex Fiat. «Siamo interessati all’area - ha confermato ancora ieri Carlstrom - ma non possiamo coinvolgerci in questo enorme rischio». Un occhio del gruppo guidato dallo svedese resta comunque sull’area, «vediamo come si evolve la situazione», continua l’imprenditore che aveva già dichiarato in passato che avrebbe comunque investito anche nell’area di Termini anche al di fuori dell’operazione Blutec.
Altra offerta che sarebbe stata ritirata sul filo di lana, poi, è quella del cordata che era stata composta dall’imprenditore ucraino Serjey Shapram, ceo di Alumeta Group che era pronto ad investire 50 milioni di euro per la realizzazione di un impianto di produzione componenti di alluminio. A supporto c’era anche il Consorzio della Meccatronica. A quanto risulta era tutto pronto per presentare la domanda ma l’ultima proroga della scadenza del bando (dal 12 settembre a ieri) che è stata richiesta dai tre commissari attualmente alla guida di Blutec e concessa dal ministero avrebbe fatto saltare i piani di investimento. La palla adesso passa alla valutazione delle proposte. Il documento predisposto dai commissari e vagliato dal ministero prevede la vendita della business unit di Termini e dei singoli rami aziendali. Nelle offerte che sono state presentate dovevano essere indicati se l’acquirente voleva acquistare tutto oppure uno o più rami d’azienda separatamente. Mentre per lo stabilimento doveva indicare se intendeva acquisire l’intero immobile o una frazione di esso. Chi si aggiudicherà l’acquisizione potrà inoltre contare su contributi per 105 milioni di euro necessari anche per la riassunzione del personale.
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