Un altro morto sul lavoro a Palermo, a due passi dalla città, a Belmonte Mezzagno. «Sono passati appena 5 giorni - dichiara il segretario generale Fillea Cgil Palermo Piero Ceraulo - dalla nostra manifestazione #bastamortisullavoro allo stadio Barbera. Non sappiamo più come spiegare alle istituzioni che la sicurezza sui luoghi di lavoro è diventata la priorità del Paese. A Patti due giorni fa è morto un operaio edile di 56 anni. Quest’ultima vittima sul lavoro, Filippo Ciancimino, morto oggi a Belmonte Mezzagno, durante dei lavori per riparare il solaio di un appartamento, aveva 63 anni. Queste morti continuano a rappresentare uno spaccato evidente di una situazione drammatica rispetto alla quale le nostre denunce, le continue richieste di intervento e di sensibilizzazione nei confronti delle istituzioni, non riescono a ottenere l’effetto di arrestare quella che è una ecatombe sotto gli occhi di tutti». Ma c'è dell'altro che preoccupa il sindacato. Da informazioni giunte dal cantiere, la Fillea Cgil Palermo afferma di avere appreso che il lavoratore dal primo settembre aveva fatto domanda di pensione e probabilmente stava chiedendo l’Ape social, ovvero l’anticipo pensionistico specifico per gli edili. Se questo dovesse trovare conferma, dice Ceraulo, «la situazione sarebbe ancora più grave perché l’operaio risultava non in regola e non doveva trovarsi in quel momento lì». «Non possiamo più accettare - dicono, in una congiunta, il segretario regionale della Filca Cisl Paolo D'Anca, e il segretario provinciale della Filca Cisl Palermo-Trapani, Francesco Danese - che un padre di famiglia esca da casa per andare a lavoro e non faccia più ritorno. Il governo regionale convochi immediatamente un tavolo urgente con tutti gli organi interessati, parti sociali e datoriali per discutere su quali strumenti adottare per fronteggiare questa emergenza drammatica». La Filca, «nell'esprimere piena e sentita vicinanza alla famiglia della vittima», si augura che «la magistratura faccia presto luce su quanto accaduto».