Da qui alla fine dell’anno le commesse non mancano ma il cantiere navale di Palermo non può crescere senza il bacino di carenaggio da 150 mila tonnellate. Parola dei sindacati, che invocano a gran voce il completamento dell’infrastruttura, rimasta ferma per 40 anni. Il sogno, nemmeno tanto segreto, sarebbe quello di costruire una nave da crociera interamente in città, entrando così in competizione con gli altri stabilimenti di Fincantieri attualmente utilizzati per questo tipo di operazioni.
Ieri le sirene del cantiere hanno suonato per annunciare il varo del troncone della nave da crociera di lusso dell’Oceania Cruises, una compagnia di navigazione americana, con sede a Miami. Alla sede palermitana di Fincantieri è toccato un pezzo della prua, lungo 130 metri e largo 32, mentre l’altro è stato realizzato in Romania: le due parti verranno poi assemblate a Genova e, una volta terminata, la nave sarà lunga 270 metri.
A breve prenderà il via il taglio delle lamiere per un altro troncone, questa volta della nuova Msc Luxury, che dovrebbe essere consegnato a luglio del prossimo anno. A fine settembre sono previsti alcuni interventi di riparazione su una piattaforma della Saipem, azienda che si occupa delle perforazioni sottomarine. A ottobre, invece, arriveranno per la manutenzione la Brilliant Lady, la quarta della flotta Virgin Voyages, e una nave da crociera della Princess Cruises, classe Sphere. Infine, tra novembre e dicembre, dovrebbero approdare altre due navi per le attività di carenaggio e di pre consegna.
«Il bacino da 150 mila tonnellate è fondamentale per il futuro del cantiere navale», ha sottolineato il segretario provinciale della Uilm, Giovanni Gerbino. «Altrimenti - ha aggiunto -,rischiamo di essere sempre un passo indietro rispetto agli altri. Alla base del piano industriale deve esserci una programmazione a medio termine di commesse di navi intere che possano così impegnare, oltre agli operai, anche manodopera specializzata come falegnami, arredatori e tappezzieri. Ma servono nuovi investimenti per migliorare le dotazioni dell’impianto. A partire da un nuovo scivolo per il varo: l’attuale è ancora quello inclinato che si usava una volta, mentre oggi le navi vengono costruite all’interno dei bacini che poi vengono riempiti d’acqua consentendo così alle navi di andare direttamente in mare».
A luglio l’Autorità di Sistema portuale del Mare di Sicilia Occidentale aveva aggiudicato le gare d’appalto per le opere murarie e il ripristino degli impianti del bacino di 150 mila tonnellate: i lavori, che inizialmente dovevano partire in estate, dovrebbero prendere il via entro ottobre e durare circa due anni. «Vigileremo affinché ciò accada - conclude Gerbino - nei tempi stabiliti».
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