Palermo

Venerdì 22 Novembre 2024

Protestano a Mondello i percettori del reddito di cittadinanza: «A mare siamo!»

 
 
 
 

«Semu a mari. Redditu o travagghiu amu a campari». È la scritta sullo striscione esposto questa mattina dai disoccupati palermitani, in presidio per difendere il diritto al reddito e al lavoro. Fa da sfondo alla manifestazione l’affollata spiaggia di Mondello. Per molti disoccupati - i cosiddetti occupabili - luglio sarà l’ultimo mese in cui percepiranno la rata del reddito di cittadinanza. Dopo la pausa di agosto, da settembre prenderanno 350 euro al mese e dovranno seguire corsi di formazione. Per i non occupabili - ovvero coloro che hanno dentro il nucleo familiare almeno un minore, un anziano o un disabile - fino a dicembre non cambia nulla; da gennaio 2024 riceveranno l’assegno di inclusione. «Siamo a mare non è uno slogan ma la realtà dei fatti - spiega Tony Guarino dell’associazione Basta Volerlo -. Mentre c’è chi si gode le vacanze estive in giro per il mondo e sugli yacht, tanti siciliani si ritrovano invece con l’acqua alla gola già dal prossimo mese. Non abbiamo intenzione di mollare perché in gioco c’è la nostra dignità sociale e la possibilità di campare. Il taglio al rdc è un attacco alla Sicilia e ai siciliani. Non staremo a guardare». La nuova misura si chiamerà “Supporto per la formazione e il lavoro”. Ma a preoccupare maggiormente i disoccupati palermitani è la mancanza di lavoro in Sicilia, certificata dallo stesso portale Ido (incrocio domanda/offerta di lavoro) della Regione siciliana, in cui sono presenti soltanto 133 offerte di lavoro per oltre 500 mila siciliani coinvolti nella misura. «Si parla di occupabili, ma il lavoro dov’è? - conclude Davide Grasso -. Questo governo sta calpestando la dignità dei siciliani, lasciando migliaia di persone per strada. Come può mai campare una persona con soli 350€ al mese? In questo modo si andrà solo ad incentivare il lavoro nero e lo sfruttamento. Senza il rdc, i disoccupati saranno costretti ad accettare qualsiasi lavoro con paghe misere e orari improponibili».

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