La trattativa per il contratto dei regionali in Sicilia sta per ripartire. Mentre dietro le quinte molto si muove. A cominciare da una manovra con cui il governo guidato dal presidente Renato Schifani sta per autorizzare l’affidamento a termine degli incarichi vacanti di dirigente intermedio a semplici funzionari. La richiesta è stata avanzata dall’assessorato regionale all’Energia, dove manca il 50 per cento dei vertici degli uffici. La Funzione pubblica ha istruito il percorso amministrativo, indicando che tecnicamente sarebbe possibile. Ora tocca alla giunta regionale dare il via libera a un'operazione che però non può che riguardare appena una decina di posti.
Ieri l’assessore regionale alla Funzione Pubblica, Andrea Messina, ha convocato i sindacati annunciando che il governo è pronto a mettere sul piatto nuove risorse per garantire la chiusura degli accordi. E superare così la bocciatura di una vecchia norma da parte della Corte Costituzionale, che impedisce di discutere della riclassificazione del personale.
Si ripartirà da questo e dagli accordi già maturati su aumenti che vanno da 80 a 150 euro al mese. Ma i sindacati hanno mostrato più di un timore sul futuro di una categoria che conta circa 11 mila fra funzionari e dirigenti, ma che sta progressivamente impoverendosi. Il Cobas Codir, sigla autonoma maggiormente rappresentativa, ha calcolato che, in virtù dell’età degli attuali dipendenti, da qui a 4 anni andranno in pensione 1.500 persone che lasceranno sguarniti gli assessorati. Tanto più - hanno rilevato Marcello Minio e Dario Matranga - che per 9 anni non si potranno fare grandi concorsi per via del blocco imposto dall’accordo Stato-Regione. Per questo motivo ieri i Cobas hanno rilanciato: «Si proceda alla riclassificazione di tutto il personale in un nuovo sistema coerente con le reali necessità della macchina amministrativa, attraverso una norma transitoria di prima applicazione che resetti la Regione, consentendole di ripartire, cancellando le qualifiche obsolete. E si punti molto sulla valorizzazione di tutto il personale e sulle alte professionalità».
La Uil, con Gianni Borrelli, ha chiesto che intanto la trattativa riparta malgrado l’Aran sia con i vertici in scadenza: «Si torni al tavolo. Noi abbiamo ribadito che vanno accolte le legittime aspettative dei lavoratori. C’è stata oggi qualche apertura, vigileremo che gli impegni siano rispettati». La nomina dei nuovi vertici dell’Aran (l’Agenzia per la contrattazione nel pubblico impiego) dovrebbe essere imminente. E il nuovo presidente dovrebbe essere un tecnico di area Dc.
Le aperture dei confederali non sono condivise da un altro sindacato autonomo, il Siad Csa Cisal: «Siamo molto delusi dall'atteggiamento del governo che non sembra avere compreso l'importanza della riclassificazione del personale regionale nell'ottica del rilancio della pubblica amministrazione e quindi dei servizi per le famiglie e le imprese. Chiediamo con forza non solo gli adeguamenti che tutti gli altri dipendenti pubblici d'Italia hanno già ricevuto e che solo i dipendenti della Regione ancora aspettano, ma anche che si trovino i fondi per una riclassificazione che è decisiva sia per riconoscere le professionalità acquisite da tutto il personale sia per rimettere in moto la macchina ed evitare il blocco degli uffici» hanno detto Giuseppe Badagliacca e Angelo Lo Curto.
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