«Si parla del Ponte da troppi anni e continuiamo ad assistere a parole parole parole, ma di fatto non è stato realizzato nulla. Realizzare il ponte è assolutamente necessario per lo sviluppo della Sicilia, ma anche dell’Italia. Non realizzarlo è un ostacolo per lo sviluppo dell’isola. È una sfida utile e necessaria!». Le parole di Raffaele Bonsignore, presidente Fondazione Sicilia, hanno dato il via a Il Ponte sullo Stretto una sfida necessaria, l’evento di Fondazione Magna Grecia e Fondazione Sicilia, in corso al Teatro Massimo di Palermo, nell’ambito delle attività di promozione culturale, sociale ed economica del Mezzogiorno. «Voglio lanciare un appello: basta promesse, basta parole, dobbiamo passare ai fatti!», aggiunge Bonsignore. Tra i relatori il ministro Raffaele Fitto, il presidente della Regione Siciliana Renato Schifani e della Regione Calabria Roberto Occhiuto. «Il Ponte sullo stretto è un’opera assolutamente fattibile e con il convegno di oggi vogliamo dare un segnale di concretezza. Basta chiacchiere», ha detto Nino Foti, presidente della Fondazione Magna Grecia. Sul tema è intervenuto anche il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla: «Il Ponte sullo Stretto è un tema che non dovrebbe più costituire argomento di discussione. Il nostro non è un posto normale, è un posto dove si cercano obiezioni per poter raggiungere certi obiettivi. Il Ponte sullo Stretto è una scelta prima di tutto politica, in una logica di comprensibile ausilio allo sviluppo del Mezzogiorno». «Occorre unire tutte le energie e fare sintesi perchè sulla realizzazione di una importantissima opera come il Ponte sullo Stretto, una infrastruttura decisiva per lo sviluppo del Mezzogiorno e per la crescita del Paese, non si può più tergiversare - ha auspicato Saverio Romano, vicepresidente della Fondazione Magna Grecia . E’ in gioco il futuro del territorio e la speranza di un riscatto economico e sociale, senza considerare l’obiettivo della continuità territoriale e della valorizzazione del ruolo della Sicilia e della Calabria nel Mediterraneo». «L’Università è vicina a questo percorso - ha asicurato Massimo Midiri, rettore Università di Palermo - , pronto a diventare un laboratorio in campo aperto. Avere un ponte aiuterebbe l’insediamento di grandi aziende in Sicilia. Il Ponte sullo Stretto diventerà un catalizzatore, sarà una struttura che comporterà uno sviluppo su più livelli, senza parlare dell’attrazione turistica. Perché dunque non realizzare quest’opera!?». «Il Ponte sullo Stretto ha una valenza anche geopolitica. Il Mediterraneo è un punto strategico per lo sviluppo dell’Europa, e in questo contesto le infrastrutture sono assolutamente fondamentali. Durante l’emergenza sanitaria ci siamo resi conto quanto i porti siano stati strategici in termini di trasporti e distribuzione», ha detto Maurizio Lupi, già ministro dei Trasporti. «Il ponte sullo stretto è stato bloccato da una politica corta - ha aggiunto - . Economia, riqualificazione, tecnologia, si sviluppano intorno a opere del genere. Nel dopoguerra la struttura che più ha collegato l’Italia è stata l’autostrada del Sole. La politica può fare e può decidere, non è un problema economico. Oggi il clima è cambiato e c’è una maggioranza politica. Il Ponte sullo Stretto è un obiettivo, dobbiamo avere l’intelligenza di arrivare a questa meta. In questi 20 anni il Ponte non è stato realizzato e la Sicilia è rimasta una cattedrale nel deserto». «Al termine del 2026 faremo una valutazione su come sono state utilizzate le risorse del Pnrr. Il Ponte sullo Stretto non ha una dimensione territoriale, né nazionale, bensì europea - ha sottolineato Francesco Profumo, presidente di Acri - Se noi guardiamo al domani, se combiniamo le giuste competenze, se diventiamo proattivi allo sviluppo del territorio, allora possiamo concretizzare questo progetto. La politica deve essere concreta, stimolare altri processi, altri investimenti. Questa è una fase fondamentale per il nostro paese, per l’Europa».