Appalti, anche in Sicilia arriva il Bim: serve a rendere telematica e più efficiente la gestione dei lavori
Lo scorso 12 gennaio 2018 è stato pubblicato sul sito del Ministero dei trasporti e delle infrastrutture il cosiddetto Decreto Bim (Dm n.560/2017), che indica alle stazioni appaltanti, alle amministrazioni concedenti e agli operatori economici come introdurre progressivamente i metodi e gli strumenti elettronici specifici del Bim; nell’edilizia a esserne coinvolte sono le fasi di progettazione, costruzione e gestione delle opere, con relative verifiche. Sono più di cento i milioni di euro persi per la mancata conoscenza del processo di digitalizzazione degli appalti pubblici secondo questa metodologia. Una necessità per la pubblica amministrazione perché possa affrontare nuove sfide, dotandosi finalmente delle tecnologie necessarie. Un primo confronto su questa metodologia di progettazione si è tenuto ieri alla Sala Gialla di Palazzo dei Normanni, a Palermo. Si tratta di un processo importante e delicato. Ci sono rilevanti risorse in arrivo per gli investimenti, soprattutto in infrastrutture, nell’ambito del Recovery Plan. Serve adeguarsi perché il decreto introduce il Bim in soglie sempre minori di appalti fino al 2025, quando tutto dovrà essere progettato secondo questa metodologia. «Il Bim non è un singolo atto o processo, né un modello 3D isolato o una fabbricazione basata su computer. Significa essere consapevoli delle esigenze di informazione degli altri mentre svolgi il tuo lavoro», hanno spiegato Angela Clemenzi e Lavinia Grimaudo, due professioniste Bim che lavorano nella multinazionale della LTT.Srl che si sono occupate di modellare per la prima volta alcuni particolari costruttivi della Torre Pisana del Palazzo dei Normanni. «Il Bim assicura che le informazioni appropriate vengano create nel formato giusto al momento giusto, in modo da potere prendere decisioni migliori durante l’intero ciclo di vita del bene costruito. Il Bim è fondamentale per il modo in cui un progetto viene impostato ed eseguito». Tra i vantaggi della adozione di questo modello la possibilità di affrontare i processi nel loro insieme, supportando un modo di lavorare più collaborativo e una condivisione delle informazioni coordinata, rendendo più efficiente ogni processo nella vita di un bene costruito prevedendo, tramite algoritmi, anche i costi di manutenzione e gli intervalli di intervento.