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Palermo, lascia il sindacato ma non la carica elettiva: il tribunale gli dà ragione

Fabio Maggio, segretario della Slc Cgil Palermo

Alla Tim un sindacato autonomo del settore fa causa a un lavoratore e la perde. A vincere, ribaltando le attese, è il dipendente finito sotto attacco.

Daniele Zappi, eletto nel 2017 rappresentante dei lavoratori per la Snater Sicilia Telecomunicazioni all’assemblea di Assilt, l’associazione sanitaria del gruppo Tim, durante il suo mandato lascia l’organizzazione sindacale per la quale era stato eletto e aderisce a un’altra sigla. A questo punto la Snater chiede a più riprese a Zappi di dimettersi dall’incarico e il lavoratore non si dimette. Da qui parte una causa legale contro di lui, con la richiesta di decadenza dall’incarico e il pagamento delle spese processuali. La Slc Palermo, «come sempre schierata dalla parte dei lavoratori», si legge in un comunicato, ha patrocinato la causa di Zappi attraverso l’avvocato Pietro Vizzini. Causa che è stata vinta.

La quinta sezione civile del Tribunale di Palermo, presieduta dal giudice Claudia Turco, ha dato ragione al lavoratore condannando la Snater Sicilia al pagamento delle spese legali. Il Tribunale, nella sentenza, scrive che «solo il rappresentante dell’azienda riceve un vero e proprio mandato per svolgere le funzioni in seno all’organo elettivo Assilt, mentre così non risulta per i rappresentanti di soci lavoratori o di soci pensionati che, una volta eletti, vengono meno solo per dimissioni, per la morte, o per la perdita della qualità di socio, ai sensi dello statuto Assilt».

«Troviamo inverosimile tutta la vicenda – dichiara il segretario generale Slc Cgil Palermo Fabio Maggio –, Ben due provvedimenti d’urgenza ex art.700 del codice di procedura civile persi e adesso anche la causa civile. Un accanimento giudiziario inaudito nei confronti di un lavoratore. Un sindacato dovrebbe concentrarsi nel difendere e tutelare i lavoratori anziché attaccarli fino a trascinarli in Tribunale a tutti i costi».

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