I dipendenti del call center Almaviva contact di Palermo e di Catania tornano in strada a protestare per difendere il proprio posto di lavoro. Un altro sit-in per sollecitare la riapertura del tavolo di crisi permanente della vertenza della commessa 1500 si svolgerà domani alle ore 10 in via Cavour, di fronte la Prefettura di Palermo. Mezz'ora prima, alle ore 9.30 un altro concentramento di lavoratori si è dato appuntamento a Catania in piazza Università. Il grido d'aiuto dei lavoratori si rivolge ai Prefetti di Palermo e Catania per far sì che possano essere sollecitati il Ministero del Lavoro, quello delle Imprese e della Salute.
Sono circa 500 i dipendenti che rischiano di essere licenziati. Sono coloro che rispondono al telefono per il servizio 1500, commessa di pubblica utilità attivata dal Ministero della Salute nel periodo della pandemia per dare assistenza e informazioni ai malati covid. Un prezioso contributo che con la conclusione del servizio non trova applicabilità della clausola sociale. Chiudendo la linea dedicata, il 31 dicembre di quest'anno, gli operatori diventeranno un esubero per Almaviva che non ha a disposizione altri servizi su cui spostarli. Tra l'altro il 28 febbraio del 2023 si esauriranno gli ammortizzatori sociali attivi per questi lavoratori.
A tale criticità, che coinvolge operatori delle sedi di Palermo e di Catania, si aggiunge quella della commessa Amex che gestisce i bisogni dei clienti della Carta di Credito ad alta spendibilità American Express. Anche questo servizio è in scadenza con l'operatore di call center italiano e, come ha comunicato stamani l'azienda, Amex ha intenzione di internalizzare la commessa in Spagna, mettendo a rischio il futuro occupazionale di altri 39 dipendenti Almaviva.
«450 lavoratori che lavorano per il servizio 1500, servizio che ha supportato tutti gli italiani in questa pandemia - spiega Salvo Seggio, Rsu Fistel Cisl - rischiano il posto di lavoro, visto che il servizio termina il 31 Dicembre. Al momento si trovano a stare in ammortizzatore al 90%. Lo Stato non può lasciare questi lavoratori senza lavoro - continua il sindacalista - visto che sono tutti colleghi che lavoravano in altre commesse e sono stati spostati a gestire il 1500. Lo Stato deve garantire l'occupazione e non contribuire alla perdita di un diritto, vedi la clausola sociale. A loro e agli altri 39 colleghi che lavorano per Amex che rischiano di perdere il posto».
Le organizzazioni sindacali chiedono una forte azione politica delle Istituzioni Nazionali e Regionali per garantire i livelli occupazionali, con l’individuazione di nuova attività di gestione di servizi di assistenza clienti, sia sul bacino pubblico (Consip), sia nel bacino privato, con il contributo dei concessionari di servizio pubblico in ambito telecomunicazione ed energia, riportando sul territorio nazionale i volumi di attività delocalizzati fuori dal Paese.
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