«Sulla mancata approvazione del Piano triennale delle opere pubbliche in Consiglio comunale non ci possono essere più alibi. A documentarlo, adesso, è una lettera inviata dal dirigente del servizio Fondi extracomunali al presidente del Consiglio comunale e che per noi è un allarme gravissimo». Ad affermarlo è il presidente di Ance Palermo Massimiliano Miconi.
A rischio i fondi comunitari
«La nota indica con chiarezza che non ci possono più essere scuse che giustifichino la mancata approvazione del Piano e che non approvarlo non è più una questione che attiene al dibattito politico. Il rischio, o meglio la certezza, infatti, è quella di perdere totalmente i fondi comunitari (e non), con conseguente danno erariale a carico del Comune, nonché un danno reale per i cittadini e per le imprese. Non è la prima volta che dalla mia associazione viene lanciato questo allarme - continua Miconi - e non è la prima volta che chiediamo alla classe politica di mettere da parte le beghe per il bene della città. Questo documento, però, «certifica», in modo assolutamente tecnico, che se non si approva il Piano 2020-2022 non si potrà redigere il Piano 2021-2023 e non si potranno bandire le gare con conseguente perdita di finanziamenti per un importo complessivo di quasi 57 milioni di euro».
Micoli: subito il Piano triennale delle opere pubbliche
Miconi conclude: «Facciamo, pertanto, ancora una volta appello, affinché il Consiglio comunale approvi, senza indugi, il Piano triennale delle opere pubbliche 2020-2022, rinviando l’eventuale, e più che legittimo, dissenso sulle scelte e sull’operato del Sindaco e della Giunta ad altri momenti e ad altri campi. Ci auguriamo, per altro verso che questi ritardi siano serviti per completare tutto l’iter della progettazione e che i bandi siano davvero pronti per essere pubblicati, perché sarebbe davvero paradossale avere il Piano Triennale approvato e perdere lo stesso i finanziamenti perché non si riesce a completare i lavori entro il 2023».