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Disancorato il bacino galleggiante da 52 mila tonnellate: lascerà Palermo

Le operazioni sono durate quattro ore. La struttura finirà in Turchia. Non era più in attività dal 2008

I bacini galleggianti da 19 mila e 52 mila tonnellate

Palermo dice addio a una struttura cantieristica realizzata negli anni Cinquanta. Non era più in funzione dal 2008. Si tratta del bacino galleggiante da 52 mila tonnellate, il più grandi dei due. La struttura è stata disancorata dall’area cantieristica e spostata in porto, in attesa del trasferimento in Turchia, al porto di Yalova.

Dopo anni, è di nuovo fruibile un’ampia porzione dello specchio d’acqua del porto. È stato scongiurato che il bacino potesse, con la mancata utilizzazione deteriorarsi e affondare, con evidente danno ambientale. Le operazioni sono durate quattro ore. La manovra, che ha visto impegnati, tra l’altro, quattro rimorchiatori, i piloti e gli ormeggiatori del porto, si è svolta sotto la supervisione della Capitaneria di Porto di Palermo, che, anche in questa occasione, ha operato in piena sinergia con l’Autorità di sistema portuale, assicurando la piena efficienza di tutti i servizi tecnico-nautici. Per tutta la mattinata lo specchio d’acqua nella zona è stato interdetto sia in entrata che in uscita.

Si è chiusa una complessa vicenda che da molti anni vedeva impegnati, in vari tentativi di soluzione, i diversi enti coinvolti, tra i quali la Regione e la stessa Autorità portuale.

Inutilizzati da oltre dieci anni, obsoleti, al centro di una guerra di carte bollate con il raggruppamento di imprese che doveva ristrutturarli, i due bacini dovevano far parte di un progetto della Regione per la costruzione di un unico maxi bacino galleggiante da 90 mila tonnellate. Ormai però sono un ostacolo alla navigazione delle grandi navi da crociera.

Il bacino più piccolo è entrato in servizio nel 1953 e risulta inattivo dal 2011. Durante un fortunale (il 25 ottobre del 1973) il bacino ruppe gli ormeggi portando con sé la nave norvegese che era in lavorazione che andò a sbattere contro il molo Santa Lucia inabissandosi sul lato sinistro. Il secondo bacino, quello disancorato oggi, è entrato in servizio nel 1957 e costituiva una vera eccellenza del cantiere navale palermitano dal momento che poteva lavorare qualsiasi tipo di navi allora sul mercato. Anche il bacino da 52 mila tonnellate subì danni dal fortunale del 1973 che portò alla deriva il bacino e la nave in lavorazione allora (la Texaco Westminster di bandiera britannica). Il bacino si spezzò in diversi tronconi contro il molo Vittorio Veneto e fu ricostruito a Napoli l’anno successivo. È stato utilizzato per l’ultima volta nel 2008 per la Snav Sardegna.

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