A Palermo in pochi pagano le tasse e ciò anche prima della pandemia. Dalla tassa sui rifiuti alle semplici multe della polizia municipale la tendenza è sempre stata quella di non pagare e così a Palermo si hanno servizi scadenti nonostante le stellari aliquote dei tributi. L’ultimo dato fornito in una relazione riservata del ragioniere generale, così come riporta Giancarlo Macaluso in un articolo del Giornale di Sicilia in edicola, il buco finanziario si è allargato da 27 a 80 milioni con la conseguenza che fino a quando non si troverà una via d’uscita il bilancio di previsione non può essere chiuso. Per far quadrare i conti si devono tagliare determinati servizi e così niente scuolabus, niente navette gratuite nel centro storico, meno manutenzioni delle caditoie, meno manutenzioni in generale, mancato spazzamento di vie e marciapiedi. Di chi la colpa? Ognuno ha le sue. I cittadini non pagano, il Comune non riesce a riscuotere, i servizi vanno a rotoli e adesso la situazione finanziaria, aggravata dall’emergenza sanitaria, è ormai definitivamente compromessa. La ragioneria generale, nella relazione trimestrale, ha chiaramente rappresentato che a legislazione vigente non vi è alcuna possibilità di approvare il bilancio di previsione. Quindi, il sindaco dovrà rivolgersi al legislatore nazionale per una modifica della normativa sulla costruzione dei bilanci. L'articolo completo sull'edizione del Giornale di Sicilia in edicola