I commercianti di Palermo sul piede di guerra dopo la notizia dell'aumento dei contagi che hanno portato all'istituzione della zona rossa in città. Il presidente di Confcommercio Palermo Patrizia Di Dio commenta: "Abbiamo vitale bisogno di lavorare. A chi è costretto a chiudere la propria attività senza avere sostegni adeguati, ma solo piccole elemosine, rimane solo di poter lavorare per rimanere in vita. Siamo noi, negozi e pubblici esercizi, a causa di iniqui decreti a pagare il prezzo più alto". Secondo i dati provvisori trasmessi dal Commissario per l'emergenza Covid-19 - e rielaborati dall'Ufficio Statistica del Comune di Palermo -, in riferimento all'ultima settimana (dal 30 marzo al 5 aprile), il numero di nuovi positivi è pari a 1763, ossia 275,2 per 100 mila abitanti. La Confcommercio però non ci sta: "Ad oggi non abbiamo ancora avuto notizie di cambio di passo sul sistema che chiediamo che sia finalmente certificato e informatizzato, come si conviene a un Paese civile". Anche da Confesercenti Palermo arriva il grido di allarme: "Viviamo in una situazione drammatica. La zona rossa in città è l'ulteriore disastro per il commercio, le attività turistiche e complessivamente per l'intera economia di Palermo", dicono in una nota la presidente e il direttore Francesca Costa e Michele Sorbera. "È evidente - dicono Costa e Sorbera - che il sistema messo in campo per ridurre i contagi non funziona. Lo abbiamo visto: nonostante le chiusure ripetute, i contagi restano alti. Serve cambiare registro e siglare protocolli che consentano alle imprese di lavorare in sicurezza: terziario, commercio e turismo sono ormai allo stremo. Con la campagna Portiamo le imprese fuori dalla Pandemia che partirà domani chiediamo proprio questo: regole nuove per convivere e superare la pandemia: un piano rapido dei vaccini, la ripartenza in sicurezza delle attività e interventi sul fisco e sulle imposte locali chiari e immediate".