Partenza stentata per la stagione balneare di Cefalù. Le regole per la sicurezza sanitaria rendono di fatto ingestibile l'organizzazione di molti lidi. Qualcuno prende tempo e spera di aprire entro pochi giorni, altri hanno già deciso di sfogliare le pagine del calendario fino all’anno prossimo, ma per tutti la parola d’ordine resta una sola: incertezza. «A Cefalù - denuncia Francesco Randone, vicepresidente provinciale di Federalberghi - manca pure il via libera per procedere alla pulizia delle spiagge. Per utilizzare mezzi gommati occorre un’autorizzazione regionale, in assenza di essa si va incontro a sanzioni salate». Ecco uno dei tanti motivi che starebbe portando i gestori degli stabilimenti balneari locali a rinviare montaggio e l’apertura dei lidi. Alcuni di loro, come si legge nell'articolo di Davide Bellavia sul Giornale di Sicilia di oggi, hanno già dato appuntamento ai loro clienti alla stagione 2021. Le regole non sono sempre chiare e in casi come quello di Cefalù a volte mancano anche le condizioni per poterle applicare. Il vice presidente di Federalberghi sottolinea l'importanza del turismo, che a Cefalù procura lavoro a circa 3.500 famiglie. In mancanza di regole nazionali certe, però, la gestione e il controllo degli arenili, diventa un rompicapo per i sindaci. L’assessorato al Territorio ha chiesto ai sindaci di redigere una relazione con indicazioni dettagliate in merito a diversi fattori, compresi i costi per gli enti comunali, in modo da poter accedere al contributo economico. Il Comune – a detta del sindaco – avrebbe richiesto circa 40 mila euro di contributo per tutta la stagione estiva e l’ente dunque, è già in attesa dell’erogazione. A Cefalù l’incertezza è palpabile, ma non è dello stesso avviso l’assessore al Turismo Simone Lazzara, per il quale la chiave è un turismo più lento e meno stressante e caotico rispetto al passato.