Palermo

Giovedì 19 Dicembre 2024

La crisi di Almaviva Palermo, oggi nuovo incontro al ministero

Una delle proteste dei lavoratori Almaviva

Occhi puntati sul ministero del Lavoro dove oggi torna il caso Almaviva. Preoccupa il nodo commesse a cui è legato a doppio filo la sostenibilità del call center di Palermo con i suoi 2.800 dipendenti. Sul loro futuro si è abbattuto a metà dicembre l’annuncio da parte di Sky della riduzione del 36 per cento della commessa nel primo trimestre 2020 che comporterebbe un pesante esubero: circa il 60% delle 250 risorse impegnate. Una flessione di traffico che renderebbe insufficiente l’ammortizzatore sociale anche nella misura massima programmabile. Questo mentre si registrava un «atteggiamento positivo» di Tim, ma il percorso è ancora da definire e la trattativa è ancora aperta. Con Wind la situazione è completamente diversa ed è legata a soluzioni nuove - alcune delle quali non sono nella disponibilità delle parti, per esempio l’introduzione della possibilità di far pagare alcuni servizi ai consumatori e incentivi fiscali al rientro dei volumi in Italia - che consentano il reshoring di attività dall’estero. Un percorso come quello delineato da Wind, è stato detto, «richiede l’intervento e la collaborazione di diversi soggetti e il verificarsi di condizioni esterne, circostanza che potrebbe richiedere l’intervento di ulteriori ammortizzatori di medio periodo». Il governo ha manifestato la propria volontà di continuare a sostenere il colloquio tra le parti con la propria mediazione ed il proprio supporto, ha sottolineato l’apertura di Tim e Almaviva a un dialogo costruttivo e ha individuato la necessità di alcuni interventi per favorire il dialogo con Wind. Ma i sindacati chiedono anche soluzioni più solide nel tempo, la ristrutturazione del settore, ammortizzatori strutturali e un fondo di settore «perché la crisi di Almaviva e dei call center abbiano pari dignità di quella di Alitalia e di quella dell’ex Ilva».

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