Quasi un palermitano su tre ha effettuato acquisti di prodotti contraffatti: il 62% di questi è di sesso maschile e il 70% dichiara di averlo fatto per difficoltà economiche. Più che in altre parti d’Italia, a Palermo si riconosce che il fenomeno dell’abusivismo e della contraffazione produce concorrenza sleale ma tra le aziende palermitane è minore che altrove la percezione del danno procurato da questi fenomeni di illegalità.
Sono questi alcuni dei dati contenuti nel rapporto di Confcommercio - Imprese per l’Italia, in collaborazione con l’istituto Format Research che fotografa i fenomeni di illegalità, contraffazione e abusivismo. I dati del report sono stati diffusi stamattina in occasione della settima edizione della Giornata “Legalità, ci piace” che Confcommercio celebra per promuovere un’azione di sensibilizzazione contro una serie di fenomeni di illegalità (contraffazione, abusivismo, pirateria, estorsioni, usura, furti, rapine e corruzione) che hanno un grave impatto per l’economia reale e le imprese.
“L’attività di Confcommercio è sempre orientata alla diffusione della cultura della legalità e dei valori del vivere civile - spiega Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo -. Abbiamo bisogno di un mercato più sano e di un Paese più civile e non va sottovalutato nemmeno l’aspetto culturale. È stato stimato che ogni anno l’illegalità costa alle imprese del commercio e dei pubblici esercizi, in Italia, oltre 30 miliardi di euro di fatturato. Palermo non fa eccezione ed è nostro dovere porre in atto tutte le azioni utili a stimolare acquisti legali, responsabili e “consapevoli”: l’illegalità altera il mercato, alimenta il “sommerso” e distrugge l’economia a discapito delle imprese sane. Il senso della giornata della legalità è proprio quello di far comprendere, anche sotto il profilo emotivo, l’importanza della legalità negli acquisti. A Palermo poi - soprattutto in molte zone del centro città - il fenomeno spesso coincide con i problemi legati al decoro urbano: l’enorme quantità di bancarelle abusive, dove spesso vengono venduti prodotti contraffatti, crea un danno enorme di immagine alla città e un danno economico ai tanti commercianti onesti che finiscono paradossalmente per essere penalizzati dal rispetto delle regole e degli standard di qualità”.
È stato realizzato su un campione di circa 5.000 interviste (tra consumatori e aziende) effettuate tra l’8 e il 29 ottobre 2019. Nel rapporto sono stati messi a confronto i dati della città metropolitana di Palermo con quelli nazionali e quelli della macroarea del Sud. Questi i principali risultati per quanto riguarda i consumatori.
Il trend della contraffazione - A Palermo la percentuale di consumatori che hanno effettuato acquisti di prodotti contraffatti, è pari al 30,8%, di poco inferiore al dato del Sud (32,9%) e in linea con l’Italia (30,5%).
I prodotti contraffatti più acquistati e l’utilizzo del web - Sono soprattutto abbigliamento (68%), prodotti alimentari (45,3%) e scarpe (38,5%). Rispetto al dato del Sud, i prodotti contraffatti più acquistati sul web a Palermo sono le scarpe (+15,4 punti) e prodotti di elettronica (+5).
Le ragioni dell’acquisto illegale a Palermo è sostanzialmente legato alla difficoltà di non avere “denaro a disposizione” (69,4%, di poco inferiore al dato nazionale pari al 70%) e per la possibilità di fare un “buon affare” (59,3%, inferiore al dato nazionale). Più bassa, rispetto alla media, la percentuale dei consumatori di Palermo che ritengono che acquistare prodotti illegali possa comportare dei rischi. Il livello di informazione - Il 74,9% dei consumatori palermitani è informato sul rischio di sanzioni amministrative, dato superiore sia rispetto alla media del Sud (66%) che all’Italia (66,8%). Il consumatore “illegale” a Palermo è in prevalenza uomo (62%), dai 18 anni in su, ha un livello d’istruzione medio (per il 48%), è soprattutto operaio, impiegato e pensionato (per il 59,9%). Dall’indagine parallela effettuata con interviste agli imprenditori palermitani del terziario emergono altri numeri di un certo interesse.
È in aumento la “percezione” del fenomeno della contraffazione (23,9%, comunque inferiore al dato nazionale pari al 34,8%) e la corruzione (18,6% di poco superiore al dato Italia). Il 41,2% delle imprese di Palermo si ritiene danneggiato dall’azione dell’illegalità, percentuale nettamente inferiore sia al dato nazionale (66,7%) che al Sud (70%). Gli effetti della contraffazione e dell’abusivismo che pesano di più sulle imprese di Palermo sono la concorrenza sleale (69,6%, dato superiore rispetto all’Italia) e la riduzione del fatturato (20,9%, dato decisamente inferiore al dato nazionale).
Altro dato che differenzia Palermo dalla media nazionale è la percentuale di consumatori di Palermo che hanno visto campagne pubblicitarie contro la contraffazione: sono il 52% contro una media nazionale del 60,1%.
“I danni al mercato prodotti da abusivismo e contraffazione sono spaventosi e purtroppo le statistiche dicono che sono in aumento - conclude Patrizia Di Dio -. Danni economici per le imprese che perdono fatturato a vantaggio di chi ha meno costi di produzione e gestione; un potenziale danno per i consumatori che comprano prodotti a rischio; un danno al mercato del lavoro visto che con l’abusivismo viene implicitamente favorito il lavoro nero e un danno per lo Stato causato da evasione contributiva e fiscale, dall’Iva alle imposte sui redditi”.
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