"Giusto aprire la porta di casa ma bisogna farlo secondo le proprie regole. E’ chiaro che non possiamo diventare un terreno di conquista come è accaduto al Pireo dove i greci non sono stati assunti all’interno del porto. Se investo a Palermo vorrei che venissero assunti palermitani". Lo ha detto il viceministro delle Infrastrutture Edoardo Rixi, conversando con i giornalisti questa mattina a Palermo per presentare gli investimenti del Pon 14-20 per l’autorità portuale della Sicilia occidentale, a proposito di eventuali investimenti cinesi in Italia e in Sicilia. Servono, ha spiegato, "patti trasparenti, mostrando a tutti quello che sappiamo fare", "ma dicendo che a casa nostra comandiamo noi. Non saremo forti come la Cina ma chi viene in Italia deve sapere che deve contribuire al benessere dell’Italia". "I cinesi - ha aggiunto Rixi - hanno chiesto alcuni accordi che abbiamo visto in una ottica di valutazione economica dell’interesse nazionale. Per quel che riguarda Palermo e la Sicilia oggi forse sono più interessati su altri investimenti e non quelli portuali. Intenzione del governo oggi è di fare in modo che gli investimenti che sono stati bloccati in questo porto vengano fatti". Il rischio è "quello di diventare basi logistiche di altri che ci utilizzano ma che non fanno ricadere nessuna ricchezza sul territorio; purtroppo il Sud Italia questo lo ha già vissuto e credo che questo sia un paradigma da cambiare", ha concluso Rixi.