PALERMO. Arrivano i saldi e con questi la speranza di acquistare bene e risparmiando davvero. Le svendite di fine stagione sono ormai alle porte, partono infatti dal 6 gennaio prossimo e i consumatori quindi si preparano per approfittare delle ottime opportunità di risparmio, che però, possono anche essere accompagnate dal rischio di incappare in qualche spiacevole inconveniente. Sono tanti coloro che acquistano merce scontata senza conoscere bene i loro diritti, ad esempio spesso si ignora che la merce difettosa, anche in saldo, deve essere sostituita o riparata a spese del negoziante. Ecco alcuni semplici consigli per evitare fregature di fine stagione. 1) Diffidate dai saldi superiori al 50%, che potrebbero nascondere la vendita di merce dell’anno precedente (potrebbe essere ugualmente un buon affare purché il cliente ne sia informato dal negoziante); 2) La merce in saldo deve essere tenuta separata fisicamente da quella venduta a prezzo pieno e verificate che sia la stessa esposta in vetrina; 3) Sul cartellino devono essere obbligatoriamente indicati il vecchio prezzo, la percentuale di sconto ed il prezzo scontato; 4) Il consumatore ha diritto di provare i capi, esclusa la biancheria intima. Ricordiamo che il venditore non è obbligato a sostituire la merce nel caso questa non convinca o soddisfi a pieno (ad es. per taglia, colore, ecc.) il consumatore dopo l’acquisto; 5) I negozianti sono obbligati ad accettare il pagamento con carte di credito anche durante i saldi; in caso di rifiuto non comprate e segnalate il caso per iscritto alla società Servizi Interbancari e a un’associazione di consumatori; 6) Attenzione ai pagamenti effettuati con la carta revolving, perché i tassi applicati possono superare il 20%. Questo strumento di pagamento può essere conveniente nel solo caso di rimborso del capitale in tempi brevissimi, vale a dire pochi mesi; 7) Conservate lo scontrino, perché costituisce prova di acquisto che obbliga il negoziante a sostituire e/o riparare la merce difettosa o “non conforme”, anche in presenza di cartelli con la dicitura che i capi in svendita non si possono cambiare; 8) Anche per la merce in saldo vale la garanzia legale di due anni prevista dal Codice del consumo per i beni difettosi o non conformi a quanto richiesto dal consumatore. A rispondere in questi casi è il venditore che dovrà riparare o sostituire la merce, altrimenti restituire o ridurre il prezzo pagato; 9) Gli acquisti on line prevedono il diritto di recedere, senza alcuna penalità e senza obbligo di motivazione, entro 14 giorni dall’acquisto, come ogni altra vendita di beni “fuori dai locali commerciali”; 10) Per ogni problema, si consiglia di segnalare il fatto al locale comando dei Vigili Urbani o all’Assessorato comunale per il commercio, oltre che alle associazioni dei consumatori a voi più vicine; 11) E, infine, fate attenzione all’ “effetto sforamento”: spesso, infatti, spendiamo più di quanto crediamo di stare risparmiando. Utile sarebbe fare una lista degli acquisti in anticipo, e tenerla sott’occhio nel fare compere. “In Italia continuiamo a mantenere una legislazione sui saldi che andava bene nella scorsa era, non certo in quella digitale attuale, dove l’e-commerce non è tenuto a rispettare nessun vincolo su saldi e promozioni e sotto questo profilo è quindi molto avvantaggiato rispetto al singolo commerciante. E’ esperienza comune a tutti noi che i commercianti stessi, per non perdere clientela, sono costretti a inventarsi strumenti per liberalizzare nei fatti, quello che la normativa si ostina a voler rigidamente regolare.- dice l'avv. Carmelo Calì, Presidente di Confconsumatori Sicilia- carte fedeltà con sconti per i clienti, prodotti in promozione, black Friday, “presaldi”, sms e messaggi whats’up con avviso di sconti inviati a gruppi di clienti, gli outlet, temporary stores ed altro ancora: sono tutti strumenti che servono per eludere i blocchi temporali rigidi imposti dalla normativa. Ma i commercianti che si vedono togliere quote di mercato dall’e-commerce devono tenere a mente che la tecnologia comunque non cancella la prima regola del consumo: chi acquista premia chi genera - e quindi vende - valore. Non serve quindi temere lo stravolgimento causato dalle vendite online, ma occorre governarlo, anche cambiando rispetto a quanto si è sempre fatto nel passato”.