PALERMO. Martedì arriverà il via libera da Roma, ma la nuova rete ospedaliera ha già lasciato una scia di polemiche. A protestare adesso sono i primari di Villa Sofia-Cervello che il nuovo piano declassa da struttura di II Livello di riferimento regionale per l’Emergenza-Urgenza a struttura di I Livello.
Al termine di un’assemblea, alla presenza del direttore generale Gervasio Venuti e del direttore sanitario Giovanni Bavetta, i medici hanno firmato un documento inviato al sottosegretario Davide Faraone.
Il declassamento scatterebbe a causa di una distanza superiore ai 500 metri dei due presidi ospedalieri, ma “senza esplicitare su quale normativa si basi tale assunto”, scrivono i primari. La nuova classificazione inoltre servirebbe a evitare la chiusura di 15 unità operative, ma “la riclassificazione al I livello – si legge nel documento - comporterà comunque la perdita di UOC o di funzioni”. E ancora: “Perdere, per esempio, la neurochirurgia di Villa Sofia o il suo ruolo nell’ambito dell’emergenza-urgenza aumenterà l’efficienza della Rete? Perdere l’emodinamica cardiologica sarà un altro passo in avanti? L’ambulanza proveniente da Trapani arriverà prima al Policlinico o a Villa Sofia?”
Dunque chiedono la modifica del piano che ha riorganizzato reparti e ospedali in Sicilia. “Non è etico – protestano i primari - costringere per decreto i medici che operano nelle Aree di Emergenza di questi due ospedali a violare le norme proprie della deontologia medica, trasferendo altrove pazienti che potrebbero essere subito curati, causandogli così un danno per il ritardo nel trattamento. Di questi danni chi risponderebbe, sia moralmente che finanziariamente?”.
Ma sulla nuova rete la polemica è ancora più ampia, e si estende anche ai concorsi. Dopo che il decreto andrà in gazzetta ufficiale scatterà infatti l'ultima fase, ovvero quella delle assunzioni.
Al riguardo, la deputata siciliana alla Camera, Giulia Di Vita (M5s) ha presentato un’interrogazione al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, chiedendo di spiegare come si possa conciliare il «deficit» di alcune aziende sanitarie provinciali, che dovrebbero ripianare i bilanci, con la necessità di assumere nuovo personale. Dall’assessorato chiariscono che non ci sono problemi di liquidità in questo senso e che queste questioni finanziarie in sostanza non bloccheranno le procedure di reclutamento del personale.
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