PALERMO. L'assunzione del lavoratore a tempo determinato, qualora si protragga senza soluzione di continuità per un periodo congruo e in assenza di una causa che ne giustifichi la ciclicità, comporta la trasformazione del rapporto in un contratto a tempo pieno e indeterminato. Lo ha stabilito il giudice del lavoro di Palermo Paola Marino, accogliendo il ricorso di cinque addetti con mansioni di sala del Teatro Biondo patrocinati dall'avvocato Tullio Fortuna. Il teatro è stato condannato al reintegro con la formula più favorevole per i dipendenti, il che si tradurrà in un aggravio di circa cinquecentomila euro per le casse dell' ente per la differenza di spettanze dovute dal 2000 in poi, oltre all' ulteriore incidenza di contributi previdenziali non versati. Il teatro, rappresentato dall' avvocato Massimiliano Marinelli, ha difeso le scelte aziendali sostenendo che il vincolo della discontinuità temporale è stato conseguente alla necessità di avvalersi delle collaborazioni esclusivamente per le singole stagionalità.