TERMINI IMERESE. Circa duecento operai di Blutec da marzo senza paracadute sociale hanno bloccato per circa un'ora e mezza i binari della stazione di Termini Imerese. La protesta è scattata dopo l'emissione del decreto del ministero del Lavoro che rinnova la cassa integrazione per due mesi a circa 650 tute blu ex Fiat che ancora non sono rientrate in fabbrica. La misura copre le mensilità di aprile e maggio.
Due Intercity hanno registrato ritardi fino a 80 minuti, mentre quattro corse regionali sono state limitate nel percorso di viaggio.
«Per la prima volta - dice il segretario regionale della Fiom Roberto Mastrosimone - il decreto prevede che ad anticipare la cassa integrazione deve essere Blutec e non l'Inps, ma l'azienda del gruppo Metec Stola, che ha riaperto lo stabilimento due mesi fa, dice che non può pagare la cassa integrazione. Non è mai stato fatto un decreto del genere».
Blutec ha ottenuto un finanziamento di 71 milioni di euro per far partire il progetto della costruzione di componenti per auto; ma queste risorse sarebbero vincolate all'implementazione del progetto per il rilancio del polo industriale. «Quando lo stabilimento era chiuso - aggiunge Mastrosimone - si rinnovava con una facilità estrema la cig oggi invece ci sono solo problemi. E questo non solo è imbarazzante ma paradossale».
«Oggi ho sentito il ministro Poletti e il vice ministro Bellanova, ci sono alcuni problemi burocratici sorti sulla vicenda, ma lunedì li sistemeremo, sono molto fiducioso». Lo afferma il sottosegretario all'istruzione Davide Faraone a Palermo ai cronisti che chiedevano un commento sulla vertenza dei 650 ex operai della Fiat, oggi Blutec, che da marzo non percepiscono il paracadute sociale. Le tute blu stamattina hanno protestato, perchè il ministero del Lavoro ha emanato il decreto di rifinanziamento della cig, rinnovandola solo le mensilità di aprile e maggio, e prevedendo che a liquidarli deve essere Blutec, la società del gruppo Metec Stola che ha rilevato la fabbrica e fatto tornare al lavoro i primi 40 operai a Termini Imerese (Pa), e non l'Inps. A chi gli ha chiesto se il decreto sarà ritirato, Faraone ha risposto: «non fatemi anticipare nulla». «L'importante è che a pagare non siano i lavoratori, che riceveranno le tre mensilità, poi vedremo chi sarà ad anticipare questi fondi» ha concluso.
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