PALERMO. Militanti di CasaPound hanno affisso ieri notte alcuni striscioni davanti alle sedi di Palermo di Almaviva, in via Libertà e via Tommaso Marcellini, per protestare contro l'intesa raggiunta l'altro ieri al Ministero dello Sviluppo Economico. «La proroga di alcuni mesi è solo un palliativo dal sapore di propaganda elettorale del Partito Democratico» - sostiene CasaPound Italia in una nota. «Altrimenti non ci spiegheremmo l'eccitazione dei media filogovernativi nei confronti di una soluzione che non è affatto una soluzione. La delocalizzazione è un male che sta uccidendo la nostra nazione con l'unico scopo di migliorare i profitti degli imprenditori senza scrupoli che odiano l'Italia. Ci rendiamo conto, tuttavia, che siamo davanti ad un problema sistemico che preferisce utilizzare manodopera straniera a basso costo, ovvero degli schiavi, per rivendere prodotti e servizi ai disoccupati italiani. Un assurdo dell'economia che viene difeso come un dogma dagli stregoni del libero mercato e che sta già vedendo i suoi tragici frutti nel nostro paese». «Non si tratta però di una strada senza uscita» - continua CasaPound - «La nostra proposta sulla questione Almaviva, da estendere a tutte le aziende che delocalizzano, è quella di vietare la vendita dei loro servizi in Italia. Se Almaviva, infatti, decide di abbandonare il nostro Paese - conclude - è sacrosanto pensare che anche l' Italia debba poter abbandonare al suo destino Almaviva favorendo, al contrario, tutte quelle aziende che decidono di rimanere coraggiosamente sul nostro territorio nonostante la concorrenza spietata delle imprese straniere e un regime di tassazione al di fuori di ogni sensata politica economica».