PALERMO. Ritornato in possesso della famiglia Ponte due mesi fa in seguito alla decisione del Tribunale di Palermo di dissequestrare i beni che per due anni sono stati gestiti in amministrazione giudiziaria per il sospetto di intrecci affaristici con alcuni imprenditori della famiglia Sbeglia già condannati per mafia con sentenza definitiva, la società ora ha deciso di ridimensionare l'hotel Astoria.
E il piano non sarà indolore. La F.Ponte Spa intende licenziare 45 dipendenti su un totale di 58 persone, mantenendone in organico soltanto 13. Non solo. L'obiettivo degli imprenditori è di trasformare l'Astoria, struttura composta da 326 camere, in un bed and breakfast (B&b), come si evince da un documento, che riporta il timbro della società e che sarà trasmesso ai sindacati per l'avvio della procedura di mobilità.
Il Cda, si legge nel documento, «ha dovuto prendere atto del peggioramento della gestione economica della struttura alberghiera, della grave mancanza di equilibrio nel rapporto costi-entrate e dell'assenza di ogni bilanciamento tra forza lavoro occorrente e numero di risorse disponibili».
Pur ammettendo che «la suddetta situazione di crisi» sia «avvenuta prima dei provvedimenti giudiziari di sequestrato delle azioni (dal 14 gennaio 2014 al 6 aprile del 2016) per effetto diretto della nota crisi economica generale», il F.Ponte Spa si scaglia contro l'amministrazione giudiziaria, contestandogli di aver «acutizzato» la crisi con «improvvidi provvedimenti che in controtendenza con la situazione e la evidente riduzione delle attività aziendali, ha incrementato l'organico aziendale di ben 34 unità».
Personale non nuovo in realtà: alcuni erano transitati, prima del sequestro, proprio dalla F.Ponte alla società Girasole catering alla quale era stato affidato il servizio di ristorazione, il contratto prevedeva il rientro del personale alla F.Ponte in caso di rescissione, cosa che sarebbe avvenuta. Ad un'altra decina di altri dipendenti, invece, l'amministrazione giudiziaria avrebbe trasformato i contratti da tempo determinato in indeterminato.
Per due anni l'hotel Astoria, come gli alberghi Garibaldi e Vecchio Borgo (anche questi dissequestrati), sono stati gestiti, sotto amministrazione giudiziaria, dall'avvocato Gaetano Cappellano Seminara indagato nell'inchiesta della Procura di Caltanissetta sul 'caso Sagutò, e per due mesi dall'avvocato Giuseppe Li Greci, nominato dai nuovi vertici della sezione misure di prevenzione del Tribunale dopo l'allontanamento dell'ex presidente Silvana Saguto: nei suoi due mesi di gestione Li Greci avrebbe avuto solo il tempo di azzerare lo staff del suo predecessore, inserendo suoi uomini di fiducia. Poi il dissequestro, avvenuto lo scorso marzo.
La situazione attuale, sostiene la società, «rischia di causare nel breve termine se non prontamente corretta l'impossibilità di proseguire la gestione delle attività aziendali secondo i necessari criteri di economicità, in assenza dei quali è facile prevedere esiti tra il default e la chiusura». Ecco perchè «si è deciso di ridimensionare le attività sulla base della diminuita presenza degli ospiti e della minore connessa occupazione delle camere nelle diverse stagioni».
«Il ridimensionamento - si legge nel documento - sarà conseguito attraverso misure volte alla razionalizzazione delle attività ed al loro riproporzionamento». In particolare, la F.Ponte Srl «farà ricorso alla esternalizzazione di alcune attività mediante l'utilizzazione di contratti di service per reparto contabilità, paghe, manutenzione, guardaroba, facchinaggio. Con la trasformazione della struttura da albergo a B&b sarà soppresso il reparto ristorazione».
VECCHIO BORGO E GARIBALDI. Licenziamenti in arrivo anche negli alberghi Vecchio Borgo e Garibaldi a Palermo, dove lavorano una ventina di persone: entrambi sono stati dissequestrati lo scorso marzo, su disposizione del Tribunale di Palermo, assieme all'hotel Astoria.
Garibaldi e Vecchio Borgo sono gestiti dalla società Makella Srl, di cui sono soci i Ponte, imprenditori che controllano la F.Ponte Spa, che gestisce l'hotel Astoria.
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