PALERMO. L’atto di citazione con cui la curatela fallimentare di Amia chiede al Comune 44 milioni di euro per fatture non pagate, rischia di pregiudicare la stabilità finanziaria dell’ente. Anzi, avverte il capo di gabinetto Sergio Pollicita, «l’eventuale soccombenza potrebbe avere gravissime ripercussioni sugli equilibri di bilancio». La discesa in campo di Pollicita, «su incarico dell’amministrazione» cioè del sindaco in persona, dimostra quanta preoccupazione ci sia ai piani alti di Palazzo delle Aquile su tutta la vicenda. Materia su cui anche la Corte dei conti si è esercitata, ma la risposta è che si tratta sostanzialmente di poste già pagate o non dovute. È davvero così? Per saperlo l’avvocatura comunale aveva scritto a tutte le aree e gli uffici ai quali le fatture di Amia, in tutto 179, facevano riferimento, per avere le pezze d’appoggio. Richiesta forse presa sotto gamba. Tanto è vero che i legali Ezio Tomasello e Vincenzo Criscuoli erano tornati alla carica all’inizio del mese, ricordando che l’eventuale soccombenza in giudizio può portare con sè un pesante «danno erariale» nei confronti di coloro che verranno individuati come responsabili. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE