PALERMO. Fronte sindacale spaccato sul ritorno della cassa integrazione al Cantiere navale. Dal 9 novembre, fino al prossimo settembre, 160 operai entreranno in cig ordinaria. Una manovra che, secondo, Fincantieri permetterà di bilanciare la carenza di lavoro e che l' azienda è decisa a portate avanti comunque. Solo l'annuncio è bastato a dar fuoco alle polveri tra sindacati. Da un lato ci sono Fim Cisl e Uilm Uil che ieri, attraverso un referendum, hanno ottenuto, «a larga maggioranza», il via libera dai lavoratori alla cassa integrazione; dall'altro c'è la Fiom Cgil che, dopo una serie di assemblee di stabilimento, si oppone alla Cassa - e lo fa dichiarando lo sciopero- per poi puntare il dito contro Fim e Uilm per "aver fatto votare anche chi non sarà intaccato dalla cassa integrazione». Accuse che con il passare delle ore si fanno roventi. «Apprendiamo che i lavoratori del cantiere navale avrebbero scelto "volontariamente" di an darein cassa integrazione - dice il segretario provinciale della Fiom, Angela Biondi - I fatti, però, a nostro avviso sono diversi». Il risultato delle urne appare lampante. «Sui 257 votanti al quesito - scrive la Fim - in 201 hanno scelto di esprimersi a favore votando per il si. Il no ha ottenuto 52 voti, tre le schede nulle, una bianca». Ma perché si è arrivati alla cassa integrazione? Il cantiere navale soffre della mancanza di carichi di lavoro. DAL GIORNALE DI SICILIA IN EDICOLA. PER LEGGERE TUTTO ACQUISTA IL QUOTIDIANO O SCARICA LA VERSIONE DIGITALE