PALERMO. Erano una speranza di sviluppo per le aree depresse all’interno di città economicamente svantaggiate, soprattutto del Meridione. Speranza che, quest’anno, si spegnerà. Quasi del tutto. Le Zone franche urbane subiscono un drastico ridimensionamento. Un taglio a colpi d’accetta. Dei 140 milioni su scala nazionale (già ridotti: si pensi che l’anno scorso la Sicilia da sola ne ottenne 182 di milioni), il ministero dello Sviluppo economico ha annunciato quasi un dimezzamento dello stanziamento. Una delle città che soffrirà maggiormente sarà Palermo. L’anno scorso Palazzo delle Aquile riuscì a strappare poco più di 22 milioni di euro. Quest’anno, bene che vada, si dovrà accontentare di meno di un milione.
«È sicuramente un errore eliminare aiuti alle zone povere - dice Giovanna Marano, assessore alle Attività produttive -. Abbiamo passato l’estate a esaminare il rapporto Svimez che ha fotografato un ulteriore scollamento fra Nord e Sud e ora ci troviamo con una strumentazione di riequilibrio indebolita. Mi sembra una forte contraddizione che spero venga risolta rimpinguando il capitolo».
DAL GIORNALE DI SICILIA DEL 7 SETTEMBRE 2015
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