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Flop delle sanatorie edilizie a Palermo, raccolti sette milioni in meno

Quest'anno il Comune ha incassato solo 500 mila euro da chi voleva cancellare le violazioni. Arcuri: è «colpa» della riorganizzazione degli uffici

PALERMO. L'Edilizia privata del Comune incassa spiccioli, quasi niente. Entrate in picchiata, nei primi sette mesi dell' anno: dalle domande di sanatoria, dalle concessioni e dalle multe per le demolizioni l' anno scorso erano arrivati 7,5 milioni, quest'anno appena 500 mila euro. E le previsioni in bilancio erano dieci volte superiori a questo mezzo milione: 5 milioni. Non bastasse, le pratiche si impolverano a cumuli sui tavoli di via Ausonia. La fotografia grezza la scatta il consigliere di Idv Filippo Occhipinti.
Una istantanea che il Comune sviluppa, però, diversamente, avendo annunciato, già da alcune settimane, i piani per la riorganizzazione degli uffici, con l' informatizzazione delle istanze e l'istituzione dello sportello unico. Timori infondati e prematuri, dunque, per Palazzo delle Aquile. E dati monchi e per nulla inquietanti. Replica, infatti, così, il vicesindaco Emilio Arcuri: «I dati sulle entrate, derivanti dall'attività concessoria e dalle altre attività del settore Edilizia privata- dice l'assessore all'Urbanistica - sono del tutto parziali, in quanto la ragioneria sta ancora procedendo al caricamento a sistema. La previsione è che i dati finali del 2015 dovrebbero essere non molto inferiori a quelli del 2014».

E ammette: «Siamo perfettamente consapevoli del fatto che questo settore ha scontato gravi ritardi, dovuti a diversi fattori. Mancavano i dirigenti tecnici, che solo ora stanno arrivando, dopo il bando emanato dall' amministrazione. Poi c' è stata una massiccia rotazione del personale per la normativa anticorruzione, pari a circa il 40% dei dipendenti». Il 46%, per la precisione.

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