PALERMO. Flessibilità, riduzione di alcune indennità, permessi matrimoniali anche per le nozze e le unioni civili contratte all'estero, una «banca di solidarietà» che consentirà al personale di fruire di permessi retribuiti in caso di gravi motivi familiari. Dopo sette mesi di lavoro, il Teatro Massimo di Palermo firma con le organizzazioni sindacali l'accordo sull'integrativo, con l'obiettivo di produrre di più, di migliorare l'organizzazione del lavoro e di contenere i costi del personale. «Un accordo che introduce elementi virtuosi partendo da una importante premessa condivisa - dice il sovrintendente Francesco Giambrone - cioè l'aggancio di qualunque incentivo economico all'incremento della produttività. Si introducono meccanismi di flessibilità dell'orario di lavoro e di polifunzionalità che mirano a un migliore e maggiore impiego di tutte le risorse umane disponibili e comunque finalizzati all'incremento della produzione con particolare riguardo per le alzate di sipario in sala grande». La flessibilità consentirà di aumentare la produzione e la produttività senza costi aggiuntivi. Già applicata al reparto tecnico, sarà applicata adesso anche ai complessi artistici e agli amministrativi, e prevede anche la possibilità di utilizzare il personale in reparti diversi sulla base delle necessità produttive nel rispetto delle professionalità. Ancora, in attesa che la legge nazionale predisponga adeguate tutele, i permessi matrimoniali (istituto previsto agli articoli 26 e 27 del contratto nazionale di lavoro) vengono estesi anche alle unioni contratte fuori dall'Italia. Confermato infine l'impegno sottoscritto nel dicembre del 2014 a evitare il ricorso ad agitazioni, scioperi o proteste in occasione di trasferte e tournèe all'estero o di particolari manifestazioni sponsorizzate da privati o istituzioni. L'accordo sull'integrativo si inscrive in un progetto complessivo di rilancio e di risanamento (il risparmio annuo stimato è di euro 800.000), e segue l'approvazione del bilancio consuntivo 2014 con un avanzo di amministrazione di centomila euro, l'ingresso di un ulteriore nuovo socio privato nella compagine della Fondazione (Amap, che è entrato con 12 mila euro all'anno per 3 anni), l'avvio di rapporti di coproduzione e di progettualità comune con una rete di teatri nazionali e internazionali.