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Gesip al capolinea, torna l'incubo licenziamento per i lavoratori: sale la tensione a Palermo

Avviate le procedure di mobilità. Il liquidatore: «Non ci sono condizioni per una cassa integrazione in deroga». Sindacati pronti a dare battaglia. Tace il Comune

PALERMO. Torna l’incubo licenziamento per i lavoratori della Gesip e i sindacati sono pronti a nuove azioni di protesta. Il liquidatore Carlo Catalano ha inviato alle sigle e all’ufficio di Lavoro la comunicazione preventiva di mobilità: «Non ravvisandosi prospettive concrete di ripresa attività – scrive – né al momento una eventuale prosecuzione della cassa integrazione in deroga, si evidenzia una condizione di esubero di tutto il personale».

Sono 1.555 i dipendenti che dal primo gennaio potrebbero restare a casa senza ricevere alcun sussidio. Certo, la comunicazione dell’azienda appare al momento solo un atto dovuto, ma secondo i sindacati il rischio che la situazione precipiti è fondato. Oggi i lavoratori ricevono un sussidio e un’integrazione in virtù di un accordo tra Comune e ministero del Lavoro raggiunto nei mesi scorsi che prevedeva l’autorizzazione della cassa integrazione a fronte di un percorso di ricollocazione ed esodo del personale.

Ad oggi, però, si è concretizzato solo l’esodo di una parte dei lavoratori mentre il trasferimento del personale alle società del Comune è ancora al palo. I segretari generali di Cgil Filcams, Cisl Fisascat e Uiltucs, Monja Caiolo, Mimma Calabrò e Marianna Flauto hanno già avvertito l’amministrazione sulle conseguenze del mancato rispetto di quell’accordo: «Ad oggi – dicono - non risulta né che siano state avviate misure di politica attiva per favorire la riqualificazione professionale del personale né che siano stati programmati incontri con la cosiddetta cabina di regia che hanno come scopo quello di monitorare e sostenere il percorso».

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