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Crisi, nel 2014 a Termini Imerese chiuse 100 imprese artigiane

TERMINI IMERESE. A Termini Imerese la crisi non fa sconti a nessuno. Dall'inizio del nuovo anno, 100 imprese artigiane sono scomparse dal tessuto produttivo; 50 nuove aziende sono nate, ma c'è il rischio che riescano a sopravvivere per poco. È quanto emerge dai dati di Casartigiani, che ha partecipato alla mobilitazione generale organizzata da Fim, Fiom e Uilm per accendere i riflettori sulla vertenza dei 1.200 operai della Fiat e dell'indotto di Termini Imerese in cig fino a giugno prossimo. «La situazione è drammatica - dice Giuseppe Profita di Casartigiani - gli ultimi dati indicano la chiusura di cento imprese dall'inizio del nuovo anno, contro 50 nuove aperture, di cui stimiamo una permanenza sul mercato limitata ad appena un semestre. La crisi della Fiat ha generato un calo delle attività e la nascita di forme di concorrenza sleale per gli artigiani, è aumentato il lavoro nero, non resistono e chiudono bottega. Siamo qui per accendere i riflettori sul fatto che c'è un intero territorio in ginocchio». «Non attribuisco colpe a nessuno, è chiaro che con un sussidio di 800 euro al mese non si può andare avanti. Da anni - aggiunge - assistiamo all'aumento del sommerso, perchè magari molti operai si improvvisano installatori, muratori, meccanici o facendo lavoretti per arrotondare, questo si ripercuote anche sugli artigiani. Le aziende non investono più, non richiedono prestiti alle banche per fare investimenti, senza commesse diventa inutile investire nel know-how».

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