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Lavoro, la città delle mille vertenze Da luglio 400 dipendenti a rischio

Per via della crisi molte grandi aziende dovranno ricorrere alla cassa integrazione. La Filcams: scenario tragico

PALERMO. Sarà un giugno caldissimo per circa 400 lavoratori coinvolti nelle grandi vertenze del settore commercio. Tra cassa integrazione straordinaria in scadenza, contratti di solidarietà e licenziamenti, il terziario palermitano è ormai con le spalle al muro. I primi effetti si vedranno a luglio, quando scatteranno i licenziamenti per quelle grandi e storiche aziende costrette dalla crisi a tagliare sul personale. Poi a dicembre ci potrebbe essere l'altra ondata di licenziamenti, una volta finita la cassa integrazione e senza gruppi di investitori disposti a rilevare le attività in difficoltà. «Uno scenario drammatico - dice il segretario generale della Filcams palermitana, Monja Caiolo - se si tiene conto anche di tutte quelle realtà che hanno già chiuso per la crisi».
Ed eccole le vertenze che nei prossimi mesi impegneranno i sindacati in una lotta per garantire centinaia di lavoratori. Aligrup: i lavoratori del colosso della grande distribuzione organizzata in Sicilia, in liquidazione, sono in cassa integrazione straordinaria da dicembre. In città, della galassia Aligrup fa parte il supermercato Centro Guadagna, per il quale è stato manifestato l'interesse di Supercoop Sicilia. Per il punto vendita di via Fermi, invece, tutto tace. In ballo ci sono un centinaio di lavoratori. Il Centro Olimpo: sedi di via Brunelleschi e via Argento, rilevate per un periodo dalla Gamac (Conad), sono oggi in attesa che si chiuda la trattativa avviata con il marchio Sigma. In discussione c'è il futuro di un’ottantina di impiegati. Fiorentino: sindacati e azienda stanno verificando la possibilità di ridurre gli esuberi strutturali ricorrendo al part time. Il piano di riduzione del personale dovrebbe partire il primo luglio: su 49 dipendenti ne dovrebbero restare 17, che potrebbero diventare 26 con l'introduzione del part time per tutto l’organico. Guajana Ferramenta: per i 17 dipendenti, escluso il custode, si apre un anno con il contratto di solidarietà. L'accordo è stato firmato la scorsa settimana e prevede la riduzione massima dell'orario di lavoro del 37,5%. Flaccovio: l'azienda ha consegnato le licenze ed ha chiuso i negozi di via Ruggero Settimo, via Dante e dell’aeroporto, mentre sta per chiudere quello al Forum. Giovedì scorso si è conclusa la procedura di mobilità per 29 dipendenti e dal primo luglio scatteranno i licenziamenti, tranne per un amministrativo che curerà la liquidazione. Li Vorsi: 104 lavoratori in mobilità da dicembre e 56 in cassa integrazione straordinaria da gennaio. Una vertenza difficile, non ancora chiusa per via del braccio di ferro tra azienda e sindacati sulle liberatorie richieste dall'azienda per mettersi a riparo da eventuali ricorsi contro i licenziamenti. Sul punto vendita c'è l'interesse di Media World, ma il personale che potrà essere riassorbito è un’incognita. Grande Migliore: la Gieco srl ha riaperto i punti vendita di via Generale di Maria e Trapani, riassorbendo un'ottantina di impiegati su 260. Per chi è rimasto fuori c'è la cassa integrazione fino alla prossima primavera. Cresce l'attesa per la riapertura di via Regione Siciliana, sempre da parte della Gieco. Si attende anche che il commissario straordinario emetta il bando per le cessioni dei rami d'azienda (tutti i punti vendita), oggi in affitto. Su Grande migliore c'è anche l'interesse della cooperativa di ex dipendenti Migliore, supportati dal Comune di Palermo, da Legacoop e Confcooperative.
«Servono politiche per lo sviluppo della città, che diano lavoro e consentano di incrementare il potere d’acquisto dei palermitani - tuona il segretario della Filcams - se poi l'accordo quadro regionale sulla cassa integrazione non fosse stato peggiorativo rispetto al passato, per fondi sempre di entità inferiore, i lavoratori di Fiorentino, ad esempio, non sarebbero licenziati dal primo luglio».

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