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Fontana Pretoria, tra mito e alchimia: il cammino iniziatico dei nove gradini

Alchemicamente perfetta, Fontana Pretoria domina l’omonima Piazza posta nei pressi dell’Esoterico Ottagono del Sole o dei Quattro Canti. È una spettacolare struttura che dialoga con codici complessi la cui decrittazione è possibile attraverso la comparazione con antichissimi testi che aiutano a comprendere il simbolismo utilizzato dai Maestri del passato che istruivano attraverso codici e rebus.

Ritengo che, oltre a includere numerosi significati ermetici, sia anche la rappresentazione della celebre Scala Philosophorum amata dagli alchimisti, il percorso che conduce all’elevazione spirituale e alla trasformazione interiore dell’alchimista. Le scale e i 9 gradini della Fontana, la presenza dell’allegoria dei quattro fiumi, dei quattro elementi, gli animali, i gesti e persino la presenza del cappello frigio degli iniziati non sono certo una casualità. Ma del resto, è noto: in alchimia il caso non esiste.

La Scala Philosophorum con i suoi nove gradini, è una metafora del percorso iniziatico che si conquista attraverso il superamento dei vari gradini ognuno dei quali allude a una fase del processo di purificazione, il dominio dei quattro elementi, la conoscenza di sé e l’incontro col Divino. Tra le più celebri rappresentazioni si rammenta quella di Notre Dame de Paris i cui 9 gradini alludono alla necessità delle nove operazioni ermetiche. Nove come i primi cavalieri templari: il significato è chiaro: occorre proseguire senza indugi.

Ebbene, ritengo che anche nella Fontana di Piazza Pretoria vi sia la rappresentazione allegorica della Scala Philosophorum. Soprannominata Piazza della Vergogna per la nudità che turbò le suore del vicino convento S. Caterina ma anche per l’enorme costo pagato per acquistarla, fu realizzata a Firenze (1552-1555) dallo scultore Francesco Camilliani per la villa di Luigi di Toledo e trasferita a Palermo nel 1574 dopo l’acquisto da parte del senato cittadino. Lo stesso figlio dello scultore, Camillo, seguì la Fontana che giunse in città smontata, imballata in decine di casse e per il montaggio e riadattamento nella piazza di minori dimensioni, occorsero circa dieci anni.

Dotata di struttura piramidale, ha simboli e allegorie ermetiche. La sua immagine rimanda all’ascesi, al miglioramento e alle prove necessarie. È di forma circolare ma al suo interno domina il quadrato quasi secondo l’insegnamento dell’antico alchimista Arnaldo da Villanova: «Forma un cerchio (…) da questo trai un quadrato e da quest’ultimo un triangolo. Infine forma un cerchio e troverai la pietra dei filosofi».

Guardando dall’alto si nota una figura complessa che ne racchiude altre, quasi come un incrocio tra un Mandala a cerchi concentrici che conducono al centro (nonché punta della piramide) e una rosa. Come nei Labirinti di Salomone, nella Fontana vi sono molti percorsi e la rappresentazione dei suoi fiumi Papireto, Maredolce, Oreto e Gabriele rammenta anche i quattro fiumi alchemici e l’acqua, si sa, è fonte di purificazione e rinascita.

Gli scalini sono prima cinque (come quelli che percorre il Compagno) e poi nove come appunto quelli della Scala Philosophorum.

Statue, piattaforme con vasche digradanti verso l’alto, peschiere e vasi con teste d’animali hanno simbolismo diverso a seconda dei piani. Più si sale, più ci si perfeziona.

L’idea è avvalorata anche dalla presenza della scultura che raffigura un uomo col cappello Frigio (simbolo di Iniziazione), un braccio posto sull’altro come a formare una squadra e alla cui base v’è un ermetico nodo. Altre sculture hanno pose significative: una raffigura un giovane a torace nudo coperto solo da un’emblematica cintura-nodo alla vita.

Le vasche sono decorate con teste di animali dalle cui bocche sgorga la purificatrice acqua tra cui l’ariete, (zolfo e forza generativa maschile) l’aquila (forze dell’Aria) il leone (forza della Terra) e l’elefante.

Una statua, purtroppo priva di testa, posta sopra una peschiera raffigura un giovane e un ariete. Il ragazzo porta su una spalla un calamaio (simbolo dell’Athanor, ossia il Forno Alchemico per la realizzazione della Pietra Filosofale) la cui punta termina con la fiamma. Lo stesso calamaio-portafrecce ha molte altre ermetiche incisioni.
In una complessa composizione è raffigurato Nettuno sdraiato che tiene una cornucopia (simbolo di abbondanza) decorata da foglie di acanto (simbolo di rinascita) ricolma di melograni (forza e l’unione dei Fratelli, e mito di Persefone) e un contenitore cilindrico (di nuovo l’Athanor) posto sulla testa di un Leone. L’autore non poteva essere più chiaro nella rappresentazione del lavorò alchemico: lavorando su te stesso arriverai al successo.

Interessante è la scultura posta su una peschiera adiacente i nove scalini che ritrae presumibilmente Ercole con le gambe incrociate, ai cui piedi v’è un drago a tre teste: L’intera Opera raffigura le tre fasi dell’Opera e il lavoro del Maestro.

Ogni particolare è curato nei minimi dettagli. Ai lati di Nettuno sono ritratti un uomo e una donna con pinne di pesce come quelle delle mitologiche Melusine e alludono all’unione dell’essere maschile, femminile e soprattutto alla necessaria lotta degli elementi.

In tutta la Fontana sono sparsi grandi vasi (sempre rappresentazione dell’Athanor) spesso dotati di bassorilievi con mascheroni. In una di esse è inciso il nome dello scultore “Francescho Camilani”.

Alla cima della Fontana sono posti due ibridi uomo-animale - somiglianti a quei Garguglia o Gargoyles posti a protezione delle cattedrali gotiche - che reggono la base della vasca. Accanto, delle ermetiche tartarughe. Nel basamento sono presenti nuovamente Melusine alate e ai bordi della vasca, quattro oche. Dal centro infine si innalza un basamento su cui si ergono quattro teste di cavalli (simbolo di leggerezza e rapidità, ossia la sostanza spirituale), su cui è posta un’altra base che regge dei putti e altri elementi. Nell’ultima base è posta la piattaforma finale che regge la cima della costruzione piramidale ossia la statua con cornucopia che raffigura l’abbondanza, i frutti raggiunti col lavoro alchemico.

Rammento che la Scala Philosophorum può assumere forme diverse: verticale, a spirale, torre, montagna, albero, labirinto, circolare, o diagramma. Quella di Palermo è uno stupefacente esempio di alchimia perfetta delle Forme.

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