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I segreti dei Maestri: l’anima esoterica di Palazzo Mirto a Palermo

Posizionato nella parte alta del Piano della Marina tra le vie Merlo e Lungarini, lo splendido edificio è dominato da bellezza e mistero

Bellezza e mistero dominano lo splendido Palazzo Mirto, dove chi ben cerca troverà una serie infinita di messaggi e passaggi segreti, testimonianza che la dimora fu più di quanto apparisse. Porte segrete, cunicoli, statue girevoli, pitture dai chiari riferimenti ermetici, sacre forme geometriche. Questo e altro nasconde il Palazzo dei Principi di Mirto della famiglia Filangeri, posizionato nella parte alta del Piano della Marina tra le vie Merlo e Lungarini. Proprietario dalle famiglie Omodei, Resolmini e Spucches, dal 1983 fu donato, con tutti i suoi arredi, alla Regione Siciliana.

Il Palazzo passò alla famiglia Filangeri all’inizio del XVII secolo grazie alle nozze tra Don Pietro Filangeri conte di San Marco e Francesca De Spuches, erede, oltre che di un immenso patrimonio, anche del palazzo. Da allora non mancarono i riadattamenti che ritengo utili per identificare le conoscenze esoteriche dei proprietari che si susseguirono, come quelle del 1683 realizzata da Don Vincenzo Giuseppe o del 1793 dal principe Bernardo. Nel 1830, il matrimonio tra Vittoria Filangeri e Ignazio Lanza unì casati e titoli in quanto Vittoria fu l’ultima erede.

I Filangeri furono notoriamente dediti alla conoscenza esoterica e il palazzo è incredibilmente intriso di simboli e passaggi segreti ovunque, persino nelle cucine che conducono alle scale o sale superiori e col calare della notte permisero probabilmente ai nobili di partecipare a riunioni segrete senza essere visti.

Da un altro ingresso si accede a una piccola saletta dove ritengo avvenissero iniziazioni alla Massoneria. Il mistero si infittisce quando scopro che la splendida fontana nasconde un varco segreto posto dietro una voliera d’uccelli, che conduce ad una piccola stanza e da lì ad altre stanze che, dal simbolismo presente, ritengo fossero il luogo dove si passava di grado: Apprendista, Compagno e Maestro.

Un varco, infatti, conduce all’interno della voliera posta al lato della grande Fontana roccaille con l’apoteosi del principe e la finestra della voliera diventa una porta segreta d’ingresso. La parte iniziale del percorso ha pavimentazione originaria a scacchi bianchi e neri, ossia uno dei simboli più riconoscibili dell’alchimia, dell’ermetismo e della libera muratoria e che si può trovare nello stesso pavimento pattern a scacchiera di Notre Dame de Paris ed è simbolo della dualità del bene e del male, del dualismo che governa finché non si avanzerà in una condizione dove sarà realizzata l’unità.

Giunti alla fontana, due porte conducono a due diversi luoghi. Quella adiacente alla parete, porta a una parte segreta del Palazzo. Aperta la porta, infatti, tre gradini conducono a una piccola saletta. I Tre gradini da percorrere rappresentano il primo grado di iniziazione massonica.

Salendo quei gradini, si accede a una piccola saletta che potremmo definire Gabinetto di Riflessione (dove il Bussante aspirante massone deve accedere per essere accettato) chiamato così perché è il luogo in cui l’aspirante riflette su se stesso. In essa, troviamo molti elementi tipici dell’esoterismo: Un grande specchio attraverso cui l’Iniziato deve guardare e numerose figure allegoricamente rappresentate, come i cinque sensi, con diverse incisioni di donna. Sono inoltre rappresentate diverse immagini mitologiche, oltre che il sole, la luna, stelle, e molte rose legate anche all’intrepretazione del quadrato magico Sator-Rotas.

Ma l’elemento che non lascia dubbi sull’esoterismo del luogo è la statua che raffigura il Rebis, l’unione del maschile e femminile, l’androgino magnificamente ed ermeticamente rappresentato dalla scultura di Apollo. Ancora una volta ci si trova di fronte a passaggi segreti e misteri. Scoprendo che vi sia una leva segreta e abbassandola, entrando carponi mi si svela un mondo nascosto. Non è un caso che la statua sia il varco d’accesso in quanto ritengo essa rappresenti l’androgino perché priva di apparato riproduttivo maschile, è coperta da una foglia di fico, ha con sè con le frecce di Diana e ha il viso femmineo. Ebbene, tirando la leva si apre uno stretto varco che mi conduce a un piccolo luogo angusto cui si accede salendo tre scalini e dotato di poggiatoio che potrebbe essere un antico Gabinetto di Riflessione Massonica.

La conferma potrebbe venir data dalla presenza del gallo in quanto ogni gabinetto ne deve essere adornato, come simbolo del risveglio e alchemicamente ritenuto l’animale che contiene i tre colori sacri: il rosso, il nero e il bianco. Ebbene, anche questo è presente a Palazzo Mirto ed è in ceramica, di piccole dimensioni e facilmente trasportabile.

Prima dell’Iniziazione il bussante deve stare immerso al buio e nella saletta tale condizione si ottiene chiudendo le ante mobili della porta finestra in vetro decorata. La saletta conduce inoltre a un’altra stanza, che definirei la sala dei Passi Perduti, dove il profano veniva vestito per l’Iniziazione e dotata, come tutto il palazzo, di numerosi affreschi di immagini mitologiche come Minerva, Diana, Venere, Giove. Ritengo che l’iniziazione vera e propria avvenisse in quella che è oggi la sala da pranzo, attigua alle altre, posta a Oriente, ove nella parete opposta a quella d’ingresso appaiono due colonne dipinte oltre che elementi riconducibili a un Tempio, seppur lo stato dell’affresco necessiti di restauro.

In altre sale, la presenza di ritratti dai chiari riferimenti esoterici, quali la posizione delle braccia, delle mani, dai colori o elementi quali colonne, candelabri, astri, piante particolari come l’Acanto, simbolo di morte e Rinascita, è evidente e si trova anche in un’altra saletta che potrebbe essere il luogo in cui il Maestro si concentrasse prima che gli altri iniziati, passando dall’entrata segreta delle cucine, entrassero nella sala della Loggia. Un tesoro prezioso dunque, che balza in cima alla lista dei luoghi ermetici di Palermo dove chiunque potrà farsi una propria idea, circondato da splendidi dipinti che nascondono messaggi, e soprattutto fasto e bellezza.

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