Palermo

Domenica 20 Luglio 2025

Palermo, la città ermetica dimenticata: Palazzo de Seta e i segreti alchemici nascosti tra degrado e indifferenza

 
 
 
 
 
 

Palazzo de Seta, che nei giorni scorsi è stato teatro di episodi di tentata violenza ai danni di una turista, possiede tesori ed elementi che dovrebbero passare alle cronache più per la loro valenza piuttosto che per il degrado attuale. Palermo possiede un patrimonio che può competere con quello di antiche capitali medievali europee in cui operarono pazienti mani di scalpellini che attribuirono alle loro opere oltre che la bellezza, una profonda conoscenza alchemica e segreta. Nella città vi sono scorci, dettagli ricchi di interesse lontani dalla vista dove sono espressi, attraverso allusioni, messaggi segreti che dialogano quello che Fulcanelli in «Il mistero delle cattedrali» (1925) definì un linguaggio segreto noto come argot, lingua degli Dei e la lingua degli uccelli, che permetterebbe entrare in comunicazione con gli stati superiori. Tale pare il linguaggio muto e segreto dialogato in due splendidi altorilievi posti sul frontale di Palazzo Forcella de Seta, al Foro Italico, le cui origini non lasciano dubbi sulla volontà espressa, visto che il palazzo appartenne originariamente al massone Giuseppe Bonanno Principe della Cattolica, affiliato a una Loggia napoletana. Passò nel 1833 al marchese Enrico Carlo Forcella, la cui famiglia è inserita nel Catalogo dei Liberi Muratori Siciliani. Alla morte il palazzo fu ereditato dal nipote Antonio, poi ceduto ai principi Licata e a inizi Novecento al marchese Francesco De Seta. Seguirono altri passaggi di mano pubblica e privata. Il frontale cela una profonda conoscenza ermetica e un messaggio agli iniziati. Due altorilievi posti ai lati del portone ritraggono difatti due uomini sdraiati, apparentemente dormienti, che stringono accuratamente un grande ovale a simboleggiare l'Alchimista che lavora meditando sull'opera contenuta nell'Uovo Filosofico mentre segue pazientemente ogni fase del lavoro alchemico stringendo la ruota. È simile alla splendida rappresentazione della Tavola XXXIII, bassorilievo “Fuoco di Ruota” che si trova nella Cattedrale D’Amiens, in Francia, descritta da Fulcanelli insieme ad altre raffigurazioni simili a quelle palermitane, che raffigurano l'alchimista che paziente attende il lavoro alchemico. La ruota, come scrisse Fulcanelli, «è il geroglifico alchemico del tempo necessario alla cottura della materia filosofale e, in seguito, rappresentò la cottura stessa. Il fuoco sostenuto, costante ed eguale che l'artista mantiene giorno e notte durante questa operazione ed è chiamato perciò Fuoco di Ruota». La somiglianza delle raffigurazioni si può immediatamente verificare dal confronto di immagini. Oltre i due alchimisti che lavorano meditando sull’opera contenuta nell’Uovo Filosofico seguendo pazientemente ogni fase del lavoro alchemico, sono presenti maschere, melograni (simbolo di resistenza e fratellanza) e fiori. Il palazzo è posto sopra l’antica Porta dei Greci e, non a caso, su un arco della Porta rinveniamo alcuni simboli e l’enigmatica scritta “sub spe” (sotto la speranza), motto usato anche dall’ordine ermetico di fine Ottocento della Golden Dawn, “l’Ordo Hermeticus Aurorae Aureae”, che annoverò tra i membri anche il medico sir Arthur Conan Doyle (1859-1930) autore del celebre Sherlock Holmes. “Sub Spe” fu anche il nome mistico che scelse Brodie Innes, del suddetto ordine. Non ci si deve stupire, in quanto l’Arte Regale Alchemica è spesso raffigurata nelle opere in modo incomprensibile ma lascia però sprazzi di comprensione a che tenta di andar oltre l’apparenza. Occorre però rilevare con rammarico che proprio sotto il magnifico Arco di Porta dei Greci, appare uno scenario sconfortante e sono in mostra ritrovi di fortuna di senza dimora in uno scenario impietoso nei confronti della città che spesso non valorizza il suo grandioso passato. Triste constatazione di una Palermo che sta passando alle cronache solo per inaudite violenze anche nei confronti di quei turisti - prima rispettati - che vengono ad ammirare i suoi tesori.

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