Palermo

Giovedì 17 Luglio 2025

Libri, quando un ornitologo scoprì un cimitero di mafia a San Giuseppe Jato

«Come scoprire un cimitero di mafia a San Giuseppe Jato e portarselo a casa». È il titolo del libro di Giovanni Guadagna con la prefazione del criminologo Ciro Troiano. Un romanzo che racconta un fatto realmente accaduto in una delle montagne che sovrasta il comprensorio di San Giuseppe Jato. Una storia che riserva più di un colpo di scena e il susseguirsi di eventi surreali, quasi fantozziani, per «colpa» di quell'amore per la natura e la protezione degli animali che Guadagna ha sempre avuto. Quattro scheletri, trovati a due passi da dove i collaboratori rivelarono l’uccisione del boss Saro Riccobono e di altri che lo accompagnavano. Un luogo di latitanza, tra cui quella di Totò Riina e della sua famiglia. Giovanni Guadagna era lì con macchina fotografia e una guida al riconoscimento dell’avifauna europea quando s'imbatté, senza poterlo immaginare, in una «necropoli dei corleonesi». Gli stessi carabinieri, che accolsero la denuncia, dovettero precisare che dietro quel ritrovamento non vi era alcun collaboratore di giustizia: il «mistero» rimase tale. Il libro è anche una «dichiarazione d’amore» per Palermo, come nella prefazione sottolinea il criminologo Ciro Troiano. Un libro che si legge tutto di un fiato per scoprire, poi, che la mafia è molto più vicina a noi, proprio in quella Palermo che Guadagna descrive scegliendo storie familiari e di vita.

L'autore

Giovanni Guadagna, nato a Palermo nel 1966, è stato fin da ragazzo appassionato di Natura. Ha dedicato buona parte della sua vita alla protezione dell'ambiente e degli animali, partecipando fin da giovanissimo ai primi campi antibracconaggio in Sicilia. Giornalista pubblicista, si è dedicato allo studio degli aspetti naturalistici della sua città e delle ornitocenosi in particolare. Ambiti che spesso si sono intrecciati con la storia e lo sviluppo urbanistico del capoluogo siciliano. Luoghi in buona parte scomparsi o gravemente compromessi ma che ancora rivelano, per quelli rimasti, spunti interessanti che andrebbero valorizzati, come nel caso della tanto citata Costa sud e del fiume Oreto.

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