Esce martedì 22 aprile il primo disco del progetto Curù a firma delle cantautrici Giana Guaiana e Bruna Perraro. Si intitola «Corale - voci sommerse, storie negate» in pubblicazione per la RadiciMusic Records. Sono storie di resistenza, di lotta politica e soprattutto umana. «Corale» è la parola-manifesto di questo album: un invito a unire le differenze, a riconoscerci come coro nonostante l'individualismo e la disgregazione che violentano la nostra natura umana. Un «Corale», un noi, per amplificare le voci sommerse, negate: le donne incarcerate per avere sfidato annullamento e silenzio, i popoli che rivendicano l'appartenenza alla Madre Terra sempre più ferita. Torniamo al 2020: ad ispirare la prima canzone dal titolo «Donna chiama libertà» è la storia di Nûdem Durak, giovane musicista curda imprigionata nelle carceri turche dal 2015 per avere cantato nella propria lingua. Questo brano sarà la scusa per avviare una corrispondenza con lei e dunque cercare di restituire ancora luce alla vicenda oltre che partecipare alla campagna internazionale per la sua scarcerazione. Un anno dopo, nel 2021, a colpire nel segno è la storia della persecuzione ai danni della giornalista iraniana Sepideh Gholian, in carcere per avere documentato uno sciopero in una fabbrica di zucchero. Sepideh ha sempre denunciato gli abusi subiti, le condizioni riservate ai prigionieri politici e, in particolare, alle donne. Prendendo ispirazione dal suo libro «Diari dal carcere», tradotto e pubblicato in italiano quello stesso anno, nascono «Una punta di rosso» e «Saluterò di nuovo il sole». Questi tre brani confluiscono nel concerto-reading «Donna Chiama Libertà» dedicato ad otto donne mediorientali. Una tessitura di canti tradizionali, canti d’autore, immagini, racconti, citazioni, biografie. Lo spettacolo riceve presto il patrocinio di Amnesty International Italia che ritroveremo oggi a patrocinare l’intero lavoro discografico che prende il titolo di “Corale - voci sommerse, storie negate” come naturale sviluppo di tutte le storie e di tutta la narrazione fatta fin lì. «Fin dal primo incontro, che risale al 2006, il nostro approccio alla musica è stato quello di creare un dialogo tra le nostre voci, la chitarra e il flauto. Insieme abbiamo condiviso i nostri bagagli così diversi, dalla musica classica al tango argentino, dai ritmi sudamericani ai canti tradizionali siciliani, fino a percorrere una nuova via insieme», affermano Giana Guaiana e Bruna Perraro.